Difficile raccontare un libro come questo: non si tratta di parole e fatti ben distinguibili, è più che altro un insieme di sensazioni. La maggior parte di queste ha a che fare con l’autunno. In sintesi: una ragazzina e un giovane uomo si incontrano, scoprono di avere un dono in comune, si frequentano per alcuni mesi. Detto così sembra proprio banale, invece Banana Yoshimoto vi porterà in un piccolo universo a parte.
Per curiosità, ho guardato le recensioni dei lettori di IBS e, strada facendo, ho deciso di usarne alcune come spunti. In primis, non è né infantile né privo di alcuna trama; al massimo, ha una trama statica, inusuale, visionaria (anche in senso letterale). Non è detto, poi, che ogni buon libro debba per forza avere uno svolgimento lineare: inizio, complicazioni (aiutante e antagonista), fine, come le fabulae latine di antica memoria. Sono in sintonia, invece, con chi lo definisce dolce, sensibile e sospeso nell’aria.
Infine, un altro lettore sottolinea un particolare importante – che io avevo colto solo alla lontana: il grande spazio lasciato alle madri dei due protagonisti. Entrambe le donne sono presenti e assenti, eccentriche, soprattutto ricchissime di sfaccettature. Per quanto ne so, nessuna persona – nessuna madre – è omogenea, coerente, precisamente definibile. Il libro invita a riflettere su legami parentali complessi, forse anche sull’idea di distanza – non sempre fisica -. Alla fine, regala al lettore una specie di “voglia di comprensione”, una sensibilità delicatissima per le mancanze di ognuno, genitore o figlio che sia…
Scampoli di conversazione tra le persone incrociate per strada, con il rumore delle auto e il suono dei clacson, erano la nostra colonna sonora. Il crepuscolo stava per scendere sulla città. Un odore di foglie secche avvolgeva tutto insieme all’aria fredda.
Il flusso delle macchine sembrava sempre lo stesso, uguale in tutto e per tutto allo scorrere di un fiume, ma al loro interno le persone cambiano di volta in volta. Sono di ritorno verso qualcosa. Gente sempre diversa, mai la stessa persona. E il Kyū e la me di oggi non sono più insieme… Per un momento mi apparve estremamente realistico.
Avevo vissuto almeno un giorno con quella consapevolezza, prima di allora? Tutto incalzava così velocemente che veniva voglia di fermarlo.
Se questa è la vita, bisogna stare attenti a non sprecarne neanche un po’, in mezzo alla desolazione e alla fretta.
Veramente da leggere, come ogni buon libro.