La prima cosa che ci colpisce andando alla mostra è l bellezza della basilica palladiana. Io credo che non ci possa essere un posto più perfetto, così adatto ad ospitare questa mostra. Uscita da un restauro durato cinque anni, la basilica si erge al centro di Vicenza, così splendida ed imponente che non è possibile non rimanere abbagliati. Dopo una coda di circa mezz’ora ed un’infinità di regole per l’ingresso. Finalmente entriamo. Da “Raffaello verso Picasso” è una mostra composta da 90 quadri ed è dedicata al ritratto e alla figura. La prima parte è dedicata ad immagini sacre, la vita di Cristo dalla nascita alla conclusione con tutti i suoi aspetti, la sofferenza, la bellezza, la tensione dei corpi. La seconda parte tratta invece il ritratto inteso come celebrazione e omaggio. Princípi, sovrani, nobildonne.
La terza parte intende il ritratto come indagine e rappresentazione dell’anima. Da qui la nascita dell’impressionismo, qui Monet e Degas danno inizio al cambiamento di prospettiva nella considerazione del ritratto non più inteso in termini di celebrazione ma di quotidianità. E qui mi devo soffermare sul vero motivo che mi ha spinto a visitare questa mostra. “Danza a Bougival” di Renoir, il più contemporaneo artista dell’Ottocento. Il padre della pittura attuale. Vi garantisco che i libri non rendono giustizia all’opera. Se ti soffermi sull’opera avverti la sensazione del movimento e respiri aria di festa. È una poesia di colori assoluta, non c’è altro oltre a lui.
L’ultima parte della mostra riguarda la pittura contemporanea, lo sguardo del ritratto e della figura. Ci sarà uno sconvolgimento del colore e della figura. È l’epoca di Cezanne, Van Gogh, Gaugain, Matisse, ma soprattutto Picasso, con il suo “L’Italiana” e “Ritratto di Donna”, dove il suo cubismo testimonia il punto di svolta.
Lina Vinazzani