Come riutilizzare l’ex-Colorificio: si apra un dibattito pubblico anche con gli enti locali.

Sono due settimane che l’ex-Colorificio è stato restituito alla città dal Municipio dei Beni Comuni.

Nella struttura da anni abbandonata, mentre proseguono i lavori di pulizia e di sistemazione degli spazi per accogliere le decine di proposte che continuano ad arrivare attraverso il Bando IdeAzione, si inizia a ragionare di quale possa essere il futuro di una simile area. In altre parole come far convivere e rilanciare le attività sociali con la riconversione anche  produttiva e sostenibile di parte di questi capannoni.

 

L’operato della  JColors a Pisa, con i licenziamenti e la chiusura dello stabilimento e l’obiettivo di una variante urbanistica a residenziale per valorizzare questi terreni è il modello predatorio tipico di una multinazionale, quel modello che è parte integrante delle cause che hanno portato a quella crisi economica che sta provocando migliaia di disoccupati, il crollo dei salari e la compressione dei diritti.

 

La liberazione e le attività che si stanno moltiplicando nel Colorificio vogliono essere una riposta creative e dal basso alla crisi, rilanciando attraverso la partecipazione attiva forme nuove e diverse di autogoverno del territorio.

 

Nelle scorse settimane abbiamo inviato una lettera aperta a Comune, Provincia e Regione in cui chiedevamo agli enti locali, in virtù delle loro responsabilità di governo sulle attività produttive del territorio e sulla pianificazione urbanistica, di esprimere la loro posizione rispetto al futuro e alla destinazione d’uso di quest’area. Ad oggi non abbiamo avuto nessuna risposta per cui risollecitiamo un dibattito pubblico sul destino di questi 14 mila metri quadrati affinchè non sia possibile  che ripiombino nel degrado e nell’abbandono come è stato in tutti questi anni.

 

Si tratta di una sfida importante e pensiamo che ripensare le funzioni urbanistiche e produttive di un’area come l’ex-Colorificio Toscano possa essere il punto di partenza per la fondamentale battaglia sui bei comuni, i diritti e il lavoro nella nostra città.

 

Progetto Rebeldia

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