Un passo dietro l’altro , un salto sopra il fosso, la foschia del mattino, le ombre silenziose del destino, la forza tumultuosa, il passo coraggioso del guerriero che ha paura di tutto e anche di se stesso, sopratutto di se stesso. Camminare, camminare senza meta in una città, in una campagna, in un deserto , girare senza sapere dove andare, solo per il piacere di andare, di camminare, con in testa Crew Slut di Frank Zappa, con i ricordi di una sbronza che ti fa girare anche la testa, ti fa vomitare sulle scarpe. Mi sento come Quin che si fa passare per Paul Aster, mi sento come un uomo solo nella notte, anche se solo non è. Mi metto a danzare su una panchina con questo brano che sento solo io , i gendarmi mi guardano e ridono, salto giù e di nuovo a camminare a destra e poi a sinistra, in piccoli vicoli bui, in grand boulevard , lungo il canale con le péniche che dormono con i loro abitanti, e poi piano piano le luci che si accendono, i primi che si alzano e camminano accanto a me , davanti a me, al contrario di me. Io sono forte ! ho camminato più di voi, bevuto più di voi, vomitato più di voi, ballato più di voi, bestemmiato più di voi, danzato più di voi, ma per questo non sono più e non mi sento migliore di voi. Il telefonino suona, un messaggio, un amico è all’ospedale ha avuto paura di morire, ma è vivo , tossisce , sta male ma un po meglio. Ora è il momento di correre, correre, dimenticarsi di essere, dimenticare che il fottuto natale si avvicina, che è stato inaugurato il nuovo tram che ce stata una festa, che faceva tanto freddo e la gente guardava i fuochi d’artificio ed io pensavo che fosse la guerra e che sarei morto di li a poco. Tutti ridevano ed io mi tenevo la testa tra le mani. Io Quinn, io Stillman , io Paul Auster , io a Dijon e non a New York , ubriaco di parole, di vino e di storie che ho letto, vissuto, o solo immaginato, io Paul Auster, io Quinn, io Stillman , un investigatore, uno scrittore, un psycopatico, un figlio spaventato, un eroe, un fallito . Giro Dijon come se fosse New York o meglio un quartiere di New York , ma niente mi riporta a me a io a cio’ che sono . Io resto Quinn, o Stillman o Paul Auster o tutti e tre in me come parte di me in questo momento della mia vita, di questa notte che è finita, tutti si alzano, io vado a letto, buonanotte amore, buonanotte.
Vincenzo Cirillo/ombradipeter