Ci risiamo. Con una certa periodicità spunta sempre fuori una nuova norma che, con l’intento di regolamentare Internet, tenta in qualche modo censurare gli utenti. La nuova ammazza-web questa volta è stata presentata dall’onorevole Pino Pisicchio del Centro Democratico con l’intento di ampliare le norme sulla stampa anche ai siti Internet aventi naturale editoriale.
Il problema nasce dal fatto che non è specificato da nessuna parte che cosa si intende per “natura editoriale”. Un blog può definirsi tale? Oppure solo quelli con finalità di lucro? Basta qualche banner da cui si recupera a malapena i costi del server per configurare la finalità di lucro? Insomma la legge proposta da Pisicchio è tutto fuorché chiara, lasciando piena discrezionalità di interpretazione.
Se la norma fosse approvata qualsiasi sito avente natura editoriale, qualsiasi cosa esso significhi, deve quindi registrarsi presso un tribunale ed avere un editore responsabile. Inoltre è obbligatorio la rettifica di informazioni errate entro 48 ore, pena sanzioni pecuniarie. Quindi in teoria un blogger solitario non si può neanche concedere due giorni di vacanza dalla rete, che rischierebbe una multa di migliaia di euro se non rettifica in tempo un post.
E’ chiaro quindi che l’applicazione dell’ennesima ammazza-internet, se mai dovesse questa volta essere sciaguratamente approvata, sarebbe quantomai impossibile, a meno che non si voglia trasformare l’Italia in una nuova Cina o Corea del Nord.
Kaspo