Obama, i Fratelli Musulmani e la DC
America, geopolitica, religione e guerre. La guerra in Egitto potrebbe essere la conseguenza di una diversa politica estera americana?
Io faccio parte della generazione post-bellica che si è divisa nella contrapposizione politica tra due grandi insiemi di pensiero, uno dei quali filo-USA e l’altro anti-USA.
Probabilmente queste furono le due categorie che dettero origine al dualismo che si è protratto, in Italia, dai tempi della Costituente fino al crollo del Muro di Berlino ed il conseguente dissolversi dell’impero Sovietico.
La politica Italiana della seconda metà del novecento, per quanto caratterizzata da una miriade di partiti, è stata sostanzialmente monopolizzata da due formazioni: la DC e il PCI.
Personalmente ritengo che nel dopoguerra Italiano ci fossero tutte le condizioni necessarie e sufficienti affinché il Partito Comunista Italiano prevalesse.
Probabilmente ciò avrebbe significato una tragica adesione al Patto di Varsavia ed una sottomissione all’URSS che gli italiani avrebbero pagato assai cara. Da quella terribile prospettiva fummo salvati da De Gasperi e dalla DC, ma soprattutto dalla politica estera degli USA, dal piano Marshall e dagli interventi geo-politici dell’America. Ma questa è un’opinione personale…
Il sistema cominciò a vacillare già alla fine degli anni ’60. Tutti quelli che come me erano adolescenti o ventenni nel ’68 ricordano le polemiche contro gli USA definiti “guardiani del mondo”, ricorderanno anche le polemiche sull’interventismo Americano, la guerra fredda, la guerra del Vietnam, la crisi dei missili a Cuba e cose del genere.
A quei tempi, nel primo dopoguerra, gli Americani non si fecero scrupoli nell’appoggiare partiti laici anticomunisti collegati e rafforzati dai rapporti con la religione Cristiana ed in particolare con il Vaticano, come la DC in Italia ed in Germania.
In sostanza allora la politica estera Americana era caratterizzata da una certa disponibilità, per evidenti interessi di stabilità e per favorire l’affermazione dell’occidente rispetto alle altre grandi potenze mondiali (segnatamente URSS e Cina), a controllare e condizionare, con la propria influenza militar- politico-economica, le sorti del mondo intero.
Già da tempo (ed in particolare dopo il crollo del muro) l’interventismo americano, anche per motivi di bilancio, si era notevolmente ridimensionato.
Obama, con tutta evidenza, ha introdotto una nuova visione del mondo e, sia pur con la mano molto più leggera, ha reinterpretato la politica estera del passato.
In modo molto più democratico, molto più “liberal” e molto meno oneroso per le tasche dei contribuenti USA, Obama ha “rispolverato” in qualche modo un interventismo a livello mondiale la commistione fra religione e politica, sdoganando l’influenza politica delle religioni Islamiche.
La politica estera americana negli ultimi anni ,se non ha appoggiato, ha quanto meno smesso di osteggiare i partiti politici connotati da una precisa estrazione religiosa come i “Fratelli Musulmani” e tutti i movimenti di “liberazione” del mondo Islamico che sembravano essere destinati alla affermazione di regimi democratici.
Nei confronti delle proteste e delle agitazioni, cominciate alcune già durante l’inverno 2010/2011 e in parte tuttora in corso (in Egitto), nelle regioni del Medio Oriente, del vicino Oriente e del Nord Africa l’America ha risposto talvolta con distacco talaltra appoggiando le rivolte popolari, altre volte ancora lasciando che le rivolte venissero soffocate nel sangue dai regimi islamici.
Prima l’indifferenza rispetto a quanto avvenuto in Tunisia, poi l’intervento in Libia, quindi il mancato intervento in Siria, per terminare con la improvvisa rinuncia a sostenere Mubarak che ha favorito, nella sostanza, il temporaneo affermarsi di un regime islamico in Egitto.
A ben vedere questo tipo di politica estera non è molto diversa da quella che, alla fine della II guerra mondiale ed ai tempi della guerra fredda, si chiamò “dottrina Truman” una politica che si avvaleva dei sostegno a partiti confessionali del dopoguerra, solo che in quella occasione l’appoggio fu riservato a partiti (come la DC in Italia) laici ma che si richiamavano alle radici del Cristianesimo.
Oggi la “non opposizione” è riservata a partiti confessionali legati a doppio filo alla religione Islamica.
A giudicare da ciò che sta succedendo in Egitto, in Libia, In Siria e in Tunisia parrebbe di poter dire che la “dottrina Obama” non è altrettanto efficace ai fini della pacificazione mondiale.
Staremo a vedere…
Alessandro Tantussi