Mutazione è una compilation curata da Alessio Natalizia per la Strut Records sulla misconosciuta
new wave elettronica e underground in Italia del periodo 1980-1988.
Una raccolta che si va ad aggiungere ad altre uscite recentemente su un filone dimenticato della nostra produzione
musicale ma non per questo meno interessante. Dimenticato perché l’Italia di quel periodo,
faticosamente uscita dagli anni di piombo, stava costruendo il suo riflusso sulle basi di un
disimpegno culturale che intanto musicalmente privilegiava la discomusic o cantautori come Toto
Cutugno e Albano/Romina Power e preparava (inconsapevolmente?) l’edonismo di plastica del
futuro berlusconismo. Interessante perché di questi gruppi colpisce la capacità di appropriarsi
rapidamente degli influssi della new wave inglese americana più d’avanguardia (gruppi preferiti
Throbbing Gristle, Suicide, Cabaret Voltaire, Residents, Devo, Tuxedomoon)e di pianificare
progetti musicali che illustrano acutamente il lato oscuro e deviato del vorticoso ingresso della
società italiana nel post-moderno. Fu un’operazione dettata da un’urgenza quasi fisica di
testimonianza, sia pure limitata da una distribuzione occasionale e effimera (di molti gruppi
rimangono solo tracce su EP o singoli a volte venduti insieme alle fanzine). E per fortuna fu un
fenomeno che testimoniò la vitalità espressiva non solo della grande metropoli ma anche della
provincia. L’asse principale correva fra Firenze e Bologna. Dalla prima vengono i Neon (con il loro
1° indimenticabile singolo Information Of Death), la dark-wave di Back And Forth dei Giovanotti
Mondani Meccanici, la no wave di Romero’s Living Dead dei Spirocheta Pergoli e il geniale
frammento di industrial disumana di I Am Strange Now dei Plath (che erano però di Prato). Dalla
seconda troviamo gli indimenticabili Gaznevada con Going Underground e la Bambola del Dr.
Caligari con la litania dark futurista di Deep Skanner. Ma già lì vicino operavano i Kirlian Camera (la
classica dark wave di Edges) e i Pale (The Livid Tryptich) ambedue di Parma, gli A.T.R.O.X. di
Piacenza (Against The Odds), il post punk dei modenesi Rats (Please) . Dalle Marche arriva la dark
wave subliminale dei Winter Light di Ancona (Always Unique), dal Friuli gli 0010110000010011
(a.k.a Cancer di Pordenone) protagonisti con il loro Naonian Style dal progetto electro-funk
situazionista del Great Complotto e gli esoterici L’Ultimo Arcano da Udine (1984-1985). Addirittura
da Messina i Victrola più vicini a una forma di dance decadente con Maritime Tatami. Se Milano è
sottorappresentata (almeno rispetto alla densità di popolazione) con il funk alienato di Jacho’s
Story dei 2+2=5 e il minimalismo di Senza Tregua dei LA 1919, sta già meglio Monza con i Die Form
(la no wave minacciosa di Are You Before) e i meravigliosi Tasaday (il free punk tribale di Crisalide).
Torino allinea l’art-funk dei Carmody (Vulcani) e i Suicide Dada (di Pinerolo con Waiting For
September) mentre Genova può vantare i misteriosi The Tapes (Nervous Breakdown, tribale ed
elettronica). Un’altra caratteristica di questi gruppi fu l’approccio sperimentale-multimediale:
tipica la tendenza di abbinare la musica con la performance artistica, i rumori, i reperti ambientali.
Gli esempi migliori qui raccolti sono dei fiorentini Daniele Ciullini + Die Rezke (Ancora Icone: voce
filtrata su synth ipnotico), dei Laxative Souls da Ascoli (Niccolai, che riprendeva la telefonata delle
BR annuncianti la morte di Moro sottolineandola con effetti sonori erratici), i brani Mutant Disco
della modenese Doris Norton (Norton Apple Software) e dei milanesi La Maison (Critical Situation:
intro con discorsi di Hitler e finale disco) e infine a perfetta chiusura della raccolta il capolavoro di
rumorismo astratto di Auschwitz del mantovano Maurizio Bianchi, già allora considerato il guru
dell’industrial italiano. Una raccolta ben fatta quindi e da ascoltare. Un buon (auto)regalo per le
feste natalizie ?
di Alfredo Cristallo