Le origini della festa della donna sono controverse. Si tenne per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909 e in Italia nel 1922. Nel nostro Paese la festa prese piede per iniziativa del Partito comunista d’Italia ed inizialmente coincise con il 12 marzo, giornata in cui cadeva la prima domenica dopo l’8 marzo.
Nel 1908, un gruppo di operaie dell’industria tessile Cotton di New York scioperò per protestare contro le condizioni in cui lavorava. Dopo alcuni giorni di conflitto con le maestranze, l’8 marzo il proprietario, per ritorsione, bloccò tutte le porte di uscita dello stabilimento. Quel giorno scoppiò un incendio che uccise 129 di loro. Successivamente questa data fu proposta da Rosa Luxemburg come giornata di lotta internazionale a favore delle donne. Secondo alcuni si farebbe in realtà confusione con un’altra tragedia verificatasi a New York, quando il 25 marzo 1911 morirono 146 lavoratori (per la maggior parte giovani donne immigrate dall’Europa) durante l’incendio della fabbrica Triangle. Altri dicono che l’evento prenda invece spunto dalla repressione della polizia di una manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi nella medesima città ben prima, cioè nel 1857.
L’8 marzo viene comunque ricordato anche per un altro fatto…
L’8 marzo è una data davvero rivoluzionaria! In questa data infatti nel 1917, a San Pietroburgo, le donne marciarono lungo le strade per il «Pane per la Pace», chiedendo a gran voce la fine della guerra e manifestando per i propri diritti. Evento che in Russia diede origine alla Rivoluzione di Febbraio, alla successiva destituzione dello zar e all’attribuzione del diritto di voto alle donne stesse.
Il fiore ormai divenuto simbolo di questa ricorrenza è la mimosa, una pianta originaria dell’isola di Tasmania in Australia e per le sue meravigliose caratteristiche come pianta ornamentale ha avuto un facile sviluppo in Europa a partire dal XIX secolo dove oggi prospera quasi spontanea. In Italia è molto sviluppata lungo la Riviera ligure, in Toscana e in tutto il meridione, ma anche sulle coste dei laghi del nord. È una pianta molto delicata che desidera terreni freschi, ben drenati, tendenzialmente acidi soprattutto per una buona fioritura. Cresce preferibilmente in aree con clima temperato, teme inverni molto rigidi per lungo tempo sotto lo zero che possono provocarne la morte.
Sembra che in Italia l’idea di eleggere il fiore a simbolo della ricorrenza sia da attribuire all’iniziativa risalente al 1946 delle femministe Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei le quali, venute a sapere che il vicesegretario del Pci Luigi Longo intendeva regalare nel giorno della ricorrenza tutta al femminile delle violette, suggerirono di cercare un fiore più povero e più diffuso nelle campagne.