Slip In And Out Of Phenomenon è un’antologia che ha il merito di ripubblicare nel 2008 l’intera
discografia dei Liquid Liquid, gruppo misconosciuto quanto estremamente interessante della scena
Mutant Disco nella New York dei primi anni ‘80. Basilarmente la Mutant Disco è un genere del
post-punk newyorkese che segnò al contempo un’inversione di tendenza e un ampliamento
rispetto alla No Wave di cui sviluppava il punk spasmodico ma rendendolo più ballabile mentre ne
rifiutava l’aura nichilista in favore di una sensibilità più giocosa. Le idee musicali provenivano in
ugual misura dal punk, dal funk, dalla disco e dal dub ma anche dai ritmi di strada. Come tendenza
si sviluppò a partire dai club e dalle discoteche off della metropoli, prima di tutto dal celebre Club
57 degli artisti performativi Ann Magnusson, John Sex, Kenny Scharf e Keith Haring. Il Club 57 era
famoso per i suoi eventi che esaltavano l’estetica trash e camp (i film di John Waters e poi di Tim
Burton), Pop Art e passione per gli aspetti più grotteschi della cultura di massa americana;
musicisti tipici del giro del Club furono Klaus Nomi, con le sue performance a metà fra opera e
teatro kabuki e i B’52’s il gruppo più kitsch dell’epoca. Un altro famoso club fu il Mudd di Steve
Maas più vicino al decadentismo della No Wave ma noto per l’allestimento di party a tema e di
mostre di arte contemporanea. Il Mudd produsse cineasti d’avanguardia come Vincent Gallo e Jim
Jarmusch ma soprattutto famosi graffitisti come Al Diaz e Jean-Micheal Basquiat: tutti costoro
organizzarono gruppi che suonavano un rock rumorista e sperimentale. La sperimentazione e
l’ibridazione musicali della ZE Records furono altri mattoni fondanti della Mutant Disco: gruppi
tipici della ZE furono i Kid Creole and the Coconuts con la loro combinazione di ritmi latini e musica
anni ‘40, i Was Not Was con il loro mix di funk, acid jazz e hard rock e i Material inventori della
fusion progressiva. I maggiori concorrenti della ZE fu la 99 Records di Ed Bahlaman più vicini al
funk-punk funk inglese che al funk magniloquente della ZE. L’anglofilia della 99 era testimoniata
dall’essere un’emanazione di un negozio indie di dischi (come la Rough Trade) e dall’iniziale
sodalizio con la Factory che produsse il primo LP delle ESG il cui funk scheletrico, solo canto, basso
e percussioni divenne il marchio di fabbrica della 99. L’altro gruppo di punta furono i Liquid Liquid.
Nati nel 1979 erano frutto tanto del paesaggio sonoro in cui vivevano (il Lower East side, quartiere
di latinos) quanto del passaggio da No Wave a Mutant Disco. Inizialmente punk, il gruppo (2
percussionisti Scott Hartley e Dennis Young, Sal Principato alla voce e Richard McGuire al basso)
venne presto influenzato dai poliritmi alla Fela Kuti dal reggae e dal gamelan. A fronte delle
dozzine di pezzi prodotte, i Liquid Liquid pubblicarono solo 3 sparuti EP, a cui questa raccolta
aggiunge inediti, pezzi live sparsi più un’intera mini-performance del 1980. Nel primo omonimo EP
(1981) a spiccare sono le fusion nevrotiche fra sperimentalismo free-jazz alla Can, dub, armonie
latine e africane (Groupmegroup, Bellhead) organizzate su basi per percussioni poliritmiche e bassi
fluidi a cui si sovrappongono i vocalizzi spaziali di Principato. La mini- jam futurista di Rubbermiro è
l’apice del disco mentre inediti sono i 2 dub Lub Dupe (più tribale) e Spearbox (più astratto). L’EP
Successive Reflexes (1981) poteva vantare oltre al tour de force di Lock Groove, un jazz free-form
in 2 parti, gli esperimenti tribali di Push e Zero Leg più l’inedito Where’s Al. Le perle del terzo e
ultimo EP Optimo (1983) sono l’aggressiva title track e Cavern (il loro brano più coverato) nel
segno di un energico funk da giungla ma non inferiori sono le esotiche e cerebrali Scraper e Out
dove rifulgono principalmente le marimba minimali di Young. Un set live datato Dicembre 1980
quando il gruppo si chiamava Liquid Idiot conclude degnamente questa compilation, regalando
anche preziosi inediti (Elephant Walk, Not Again). I Liquid Liquid inventarono il breakbeat, i ritmi
da strada spezzati che sono il punto di partenza dell’hip hop e del drum’n’bass; nonostante la
breve carriera colmarono il divario fra new wave e funk d’avanguardia e furono all’epoca uno dei
gruppi più groovy della scena post-disco.