Matteo Toni è un cantante, chitarrista e compositore modenese, la cui peculiarità è quella di suonare un blues venato di surf e garage accompagnato da una slide guitar alla maniera di Ben Harper. La particolarità della sua tecnica musicale (linee stoppate e percussive del registro basso) e le sue liriche sognanti ne fanno quasi un unicum in Italia. Artisticamente nasce nel 2009 quando grazie all’amicizia e alla collaborazione di Moltheni (al secolo Alberto Giardini) riesce a metter su un power trio con Enrico Stalio (basso) e Giulio Martinelli (batteria) e a registrare un EP di 5 pezzi Qualcosa Nel Mio Piccolo prodotto da Moltheni e Gilberto Caleffi per la Still Fizzy Record. Le critiche positive procurano a Toni un lungo tour promozionale in Italia ospite di artisti come lo stesso Moltheni, Dente, Pan Del Diavolo, Calibro 35 e partecipazione a svariati festival (LiveMI2010, MEI, Musc Net Expo a Lugano). Al termine del tour la formazione si riduce a un duo con Martinelli. Matteo continua a viaggiare nel mondo collezionando esperienze musicali che racchiuderà nelle canzoni del suo nuovo album del 2012 Santa Pace in cui sviluppa il suo stile accompagnato da una weissenborn e da un footdrum. Passano due anni ed è la volta di Nilla!Villa!, album che vuole essere contemporaneamente un omaggio alla tradizione della musica leggera italiana anni Cinquanta e Sessanta (Nilla è ovviamente la Pizzi e Villa ovviamente Claudio il reuccio)e un incursione in un inedito stile surf-garage venato di psichedelia con testi che si rifanno a un immaginario degli anni Ottanta che mescola allegramente sole, spiagge, morti, squali, film porno, macchine e gelati all’interno di un mix sonoro estremamente suggestivo. Chiaramente lo stile principalmente usato è il surf blues solo che viene declinato in modi diversi. Si può trovare quindi un surf trasfigurato dal rap (Caos Adoremus) o dall’ Hip Hop alla Prince (Credi Ancora Nel Grande Blu), un surf depresso e quasi dark (Il Tempo Dei Morti Viventi), un surf sintetico (Musica Porno), surf da palude (La Fine Del Mondo, Squalo) accanto al garage sferragliante con organo al fosgene di Dammi Una Sigaretta e la canzone sanremese Pietro E Maria da far invidia a Toto Cutugno (non fosse altro per il finale con organo horror alla Goblin). Non mancano neanche due reggae (altro amore di gioventù di Toni), Kebabellaria e la title-track. Tutti questi brani sono intrisi in un atmosfera psichedelica, una carrellata di composizioni sfrenate, smodate, lascive al limite del delirium tremens o di un’orgia pagana. Lo stile di Toni in questo LP si situa in pratica fra i trip acidi dell’epoca flower power e l’horror punk ipnotico, esoterico e febbrile dei primi Gun Club (di cui infatti copia lo stile blues alla slide guitar del chitarrista Ward Dotson). Grande album sicuramente atipico ma capace di ammodernare il vocabolario surf-blues. Registrato da Franco Fucili per la Woodworm/La Fabbrica in un magnifico teatrino sperduto sulle colline romagnole (Pennabilli) e remixato da Antonio Cooper Cupertino già produttore del precedente Santa Pace.
di Alfredo Cristallo