La Prossima Stagione – recensione

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La Prossima Stagione, in scena al Teatro Era di Pontedera, coniuga poesia ed angoscia. Un monologo di Michele Santeramo, volutamente acerbo e pieno di spunti di riflessione. I disegni di Cristina Gardumi, personaggi olografici sulla scena rendono innovativa ed onirica la rappresentazione.

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L’atmosfera è Orweliana, ma qui non abbiamo maiali bensì gatti apatici, arresi e cinici, senza intenzione, alienati in un possibile futuro alienante, ma tenuti uniti da un sentimento dolce e sincero, fino alla fine. Durante la tappe della loro esistenza, provano più volte ad evadere dal sistema, passano nelle loro teste pensieri rivoluzionari, come aprire un negozio di borse o avere dei figli ed una famiglia in un mondo che li ostacola e li affossa, ma poi lo sforzo per perseguire questi sogni risulta per le loro anime troppo elevato ed ogni volta, semplicemente questi pensieri di vita vengono abbandonati e lasciati cadere… Massimo e Viola, purtroppo non sono nati sotto una buona stella, come ci viene comunicato all’inizio, e sviluppano la loro esistenza tra il trascinarsi ed il sopravvivere.

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Ciò che manca loro per tutta la vita è il passare dalla potenza all’azione. Quello che rimane senza passare all’azione, sono angoscia ed un attanagliante senso di oppressione e soffocamento. Piano piano, col passare del tempo, ad un rimpianto si somma un altro rimpianto…
Sempre insieme, fino al finale per nulla scontato.
Innovativa la narrazione, commovente il finale.

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di Chiara Moraglio
Foto: Chiara Moraglio

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