Flags è il primo LP dei Crayon Made Army, un gruppo umbro proveniente da Terni e composto da Filippo Micciarelli (voce, synth), Fabio Marchi (voce, synth) e Michele Rotelli (synth, tastiere), che è la naturale prosecuzione dei Music Pushers che nel 2010 si fecero notare nell’area dell’avantgarde music con Far Into The Night. Flags è stato registrato fra Rotterdam e S. Feliciano sul Trasimeno e si avvale della collaborazione di Marco Cappiello (chitarra, piano), Giampiero Travaglini (chitarra), Maarten Vos (voloncello), Erika Giansanti (viola). La produzione del disco è del gruppo, più Cappiello e Paolo Mauri (responsabile dell’arrangiamento degli archi e collaboratore con svariati strumenti). Per quanto la musica dei Crayon Made Army accolga indubbiamente spunti melodici provenienti dal dream-pop atmosferico nordeuropeo (ad es. i Sigur Ros), nondimeno Flags deve altrettanto all’elettronica ambientale e al folk digitale di quest’inizio millennio; il riferimento a gruppi come i Four Tet e i Manitoba/Caribou sono d’obbligo.
L’adesione a moduli pop (quello dei Depeche Mode più che quello dei Magnetic Fields) è parecchio evidente ma inserita in una raffinata fusion di trip-hop, ethnic jazz e techno-ambient e filtrata attraverso il mix vocale e il fitto reticolato strumentale determinato dall’uso minimalista degli archi, del piano e della chitarra; è una riappropriazione della forma canzone alterata da dosi moderate di eccentricità. Il tappeto sonoro dei sintetizzatori rimane onnipresente e basilare, specialmente nelle prove più vicine al synth pop anni Ottanta, Pristine (il singolo tratto dall’album) e Priceless oppure nei trip hop notturni di Here e Breathe Me In ma già il trip hop di My Favourite Human è finemente impreziosito da archi, piano e chitarra acustica. Hilum e Plane And Sea sono due ambient folk, il primo più convenzionale (avrebbero potuto farlo Simon e Garfunkel o i Led Zeppelin più acustici), il secondo disturbato da droni di chitarra, rumorini di sottofondo e violoncello dissonante.
Tin Soldiers e The Anthill sono addirittura due canoni rinascimentali che con l’uso di archi, carillon e droni sintetici si trasformano in raffinata trance. Alla fine le prove più tradizionali sembrano essere il brano d’apertura Welcome Back un ambient psichedelico per droni e strimpellio atonale di chitarra che non avrebbe sfigurato in un LP di un gruppo shoegazer (My Bloody Valentine o meglio Spiritualized) e il brano conclusivo Azimuth una musica da cabaret omaggio tanto al new cool degli anni Ottanta quanto alla drum’n’bass dei primi anni Novanta. Attraverso un diligente processo di collage in studio, i Crayon Made Army hanno coniato (o esportato in Italia) uno stile elegante e spontaneo di anti-pop.
di Alfredo Cristallo