Si conclude, venerdì 27 e sabato 28 febbraio, il mese che il Funaro ha dedicato a Cuocolo/Bosetti con l’anteprima, in forma di studio, del nuovo lavoro della Compagnia italo-australiana: MM&M Movies, Monstrosities, and Masks. Lo spettacolo, dopo questa tappa toscana, aprirà, il 1° giugno 2015, la XX edizione del Festival delle Colline Torinesi.
Venerdì 27 e sabato 28 febbraio, alle ore 21, al Funaro di Pistoia, va in scena l’anteprima, in forma di studio, di MM&M Movies, Monstrosities, and Masks, di Cuocolo/Bosetti, che prevede sul palcoscenico, eccezionalmente, anche la presenza di Renato Cuocolo, oltre a quella di Roberta Bosetti. Il titolo avrà l’onore di aprire, il 1° giugno 2015, negli spazi della Fondazione Merz, la XX edizione del Festival delle Colline Torinesi.
Si tratta dell’ultimo lavoro della compagnia italo-australiana Iraa Theatre, creato in residenza artistica nel centro pistoiese che l’ha voluta ospite per un mese, per presentarne tre spettacoli e un laboratorio. Un vero e proprio progetto monografico che ha lasciato il segno, con la Serata Dickinson (l’insolito spettacolo/performance ha visto il pubblico, dotato di cuffie, a spasso per Pistoia, di notte, sui versi della poetessa americana),The Secret Room (spettacolo culto nato nel 2000 e che continua ad essere replicato, avendo superato le 1600 date, in 26 paesi del mondo, con oltre 300 recensioni ricevute) e il laboratorio dal titolo Teatro e domesticità, pensato per introdurre i partecipanti alla poetica di un lavoro teatrale calibrato su una dimensione intima, come la Casa.
Fra le prime e più seguite compagnie italiane a utilizzare gli spazi privati come scena teatrale, questa volta, con MM&M, Cuocolo/Bosetti entrano nei teatri e nelle gallerie d’arte ed esplorano la nostra autobiografia di spettatori, le immagini cinematografiche che compongono la nostra storia. Il teatro racconta il cinema attraverso lo sguardo dello spettatore: una specie di cortocircuito semantico che forse dice che l’arte, quale che sia il linguaggio di cui si avvale, se riesce a “parlarci”, diventa parte di noi, che invecchiamo, arricchendoci, con lei. Il teatro di Cuocolo/Bosetti, da sempre,è un sovrapporsi di realtà/finzione, attore/personaggio, vita/teatro e qui, dalla sala, il pubblico assiste ad un lavoro teatrale ma anche al film di un’autobiografia proiettato su un grande schermo alle spalle di Roberta Bosetti, composto anche dai fotogrammi che in quel momento Renato Cuocolo sta girando di lei. Un’esperienza visiva che travalica il codice del palcoscenico. Come in The Walk, il penultimo spettacolo della Compagnia, ogni tanto Bosetti ripete la frase “questa è la mia voce” e chi la guarda non sa più se quella che sente è la propria, di voce, o quella dell’attrice, non sa più chi è a farsi quella domanda, se l’interprete è portavoce del nostro inconscio o di se stessa. Tutto si confonde, i piani si intersecano: il dialogo è fra l’attore e lo spettatore, tra lo spettatore e se stesso ma anche fra l’attore e i personaggi dei film che scorrono sul fondo, che intervengono ad esempio, per dire la loro sulla vita e le decisioni nella vera biografia di Roberta Bosetti.
Esiste una autobiografia di noi come spettatori. Il film è un pezzo di vita di ciascuno spettatore. E i titoli di coda, le luci che si riaccendono in sala segnano la fine di un frammento di esistenza vissuto guardando uno schermo. Il cinema, nella nostra storia personale, rappresenta una nuova dimensione dell’esperienza. Un luogo in cui il fantastico si fa verosimile, anzi quotidiano. Un luogo che muta la nostra percezione della realtà e di noi stessi: quella conscia e quella inconscia, i sogni e i ricordi. Le memorie si impastano di immagini e la percezione del passato, non solo quello personale, ma anche quello collettivo, è tinta di bianco e nero o dei colori caldi degli anni cinquanta e sessanta, l’età dell’oro della cinefilia.
MM&M è un viaggio dai confini incerti, fra i sentimenti che proviamo e quelli che scegliamo di rappresentare, fra quello che pensiamo di essere e quello che siamo costretti ad essere.
Dicono Cuocolo/Bosetti: “I racconti degli altri, i film, la televisione, i libri, le immagini, insieme ai nostri genitori ci hanno tirati su, ci hanno intrattenuto, confortato, imbrogliato, disciplinato e ci hanno detto che cosa potevamo e che cosa non potevamo fare. E hanno giocato un ruolo importante nel trasformarci, non in una persona, ma in tutte le persone buone o cattive che ci sono arrivate attraverso quello che abbiamo letto, visto e ascoltato. Abbiamo un teatro nella testa.”
E il finale di questo “film a teatro”? Ancora Cuocolo/Bosetti: “Vogliamo sempre sapere come finisce, perché tutta questa enfasi sulla fine?”
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Ingresso € 15, tesserati Funaro € 12.
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