RUSTY BLUES PROPELLERS BRAND NEW DAWN

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I Rusty Blues Propellers sono un gruppo di derivazione mista pisano-viareggina formatisi nel Dicembre 2012 dall’incontro di Matteo Saponati (chitarra), Alessandro Frosini (batteria) e Eugenio Bucci (voce). Iniziano a provare nella sala prove della band Red Carpet e lì cominciano a scrivere i primi pezzi. Due anni dopo la casella del bassista rimasta inizialmente vacante (o meglio occupata da vari ospiti) viene affidata in maniera stabile a Enrico Cini. Intanto nel marzo 2014 la band fa uscire il suo primo EP Have You Ever Tried This col quale presentano il loro stile tutto giocato sul call and response fra chitarra fuzzata e la cadenza tribale della sezione ritmica che solitamente procede all’unisono. Poi nella prima metà del 2013 iniziano a lavorare sul primo album che vede la luce il 20 Gennaio 2014 col titolo di Brand New Dawn. Diciamo subito che il sound del gruppo è un rock blues classico spesso con venature hard nella tradizione dei Cream e dei primi Led Zeppelin: quindi pezzi aggressivi e vitaminici e senza fare prigionieri. All’interno di questa struttura basilare, la band dimostra di trovare quasi sempre soluzioni brillanti e diversificate (le canzoni sono scritte da tutti i membri della band e solo le liriche sono appannaggio del cantante). Si parte col dark pop dinoccolato di Everybody Cheats On Me sorretto dal basso rimbombante e sfregiato da riff nevrotici di chitarra e si continua con gli hard rock della title track (deliziosamente vintage anni Settanta), di Piece Of Shit (un funk incrociato con i boogie tipici dei Grand Funk Railroad) fino a Really Nice Goodbye altro hard lanciato a rotta di collo. In mezzo ci sono le variazioni sul tema hard blues che risultano sempre variegate: il rock blues sguaiato di You’ll Never Pass My Door, i blues psichedelici di The Story That Should NeverBe Told e Hide Yourself On A Shell che riesumano il milieu del roots blues desertico e atmosferico di Giant Sand e Thin White Rope e il più classico pop blues di Norah sono le vignette che dimostrano la professionalità e la lucidità raggiunta dalla band. L’album si chiude così come è cominciato con due blues oscuri e psichedelici Your Business e Pure che forse avrebbero meritato una migliore sviluppo, essendo in effetti due buoni tentativi di uscire dal clichè del genere hard blues più corrivo.

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Nel disco dei Rusty Blues Propellers non c’è molto che non si sia già sentito (a cominciare dai riff alla Jimmy Page per es.) ma il gruppo si dimostra capace di rimescolare le idee e di affrontare con decisione e precisione tecnica invidiabile gli elementi strutturali del genere e il disco scivola quindi piacevolmente per 40 minuti lasciando buone vibrazioni. Le liriche sono cantate in inglese e sviluppano un progetto musicale in cui le tematiche affrontate ruotano intorno a un concetto onirico legato alla favola. Nello specifico si tratta di argomenti che affrontano “ciò che sta nel mezzo” fra questioni problematiche tipiche della vita umana e possibili scenari risolutori considerando diversi punti di vista. È un affascinante approccio che mescola insieme le categorie di Propp sulle favole e la teoria dei giochi. Il disco è stato registrato con la collaborazione di Cesare Brocchini (anche produttore) e Francesco Bocconi. Esce per la Seahorse recordings e viene distribuito dalla Audioglobe con la promozione di Fleisch Agency.

di Alfredo Cristallo

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