L’Italia dal ‘68 al ‘75 vista attraverso gli occhi di un oste comunista
Monologo con musica dal vivo
Lo spettacolo rievoca il clima e ripercorre le vicende di quel denso e ancora oscuro periodo storico che va dalla Battaglia di Valle Giulia all’omicidio di Pier Paolo Pasolini. Sono due gli strumenti utilizzati in questa ricerca e nella rappresentazione: le canzoni di lotta di quegli anni e i racconti di Peppe l’Oste, l’oste dei lotti di Primavalle, quartiere della periferia nord di Roma, che aveva bottega al seminterrato delle case popolari proprio di fronte la sezione del P.C.I. di via Federico Borromeo. Peppe era comunista, dico era perché, purtroppo, qualche anno fa ci ha lasciati e proprio da qui è nata la voglia di fare questo spettacolo e di dedicarglielo. Le canzoni di Giovanna Marini, Paolo Pietrangeli, Joe Fallisi, vivono e tramandano gli stessi episodi e i fatti storici raccontati da Peppe, ed è questo il criterio con cui sono state selezionate, ma li mostrano con tutta la forza evocativa propria della musica eseguita dal vivo. Così la morte di Pinelli, il corteo sindacale del ‘72 a Reggio Calabria, La Battaglia di Valle Giulia echeggiano non come racconti ma come emozioni e sensazioni fisiche, quelle che si sentivano e respiravano al Peppe, dicevo, era comunista, più precisamente era un comunista, uno come ce n’era tanti, iscritto dalla prima ora, convinto, sicuro, fedele alla linea. Per il Partito aveva preso le botte e le aveva date senza riceverne nulla in cambio, nemmeno un grazie. Certo i compagni frequentavano la sua osteria, la moglie faceva da mangiare, ma con quattro soldi si mangiava primo, secondo, contorno e vino. Peppe era romano, di quell’antica stirpe popolare che amava parlare e colorire i racconti di un misto di saggezza popolare e di certezze che il Partito gl’infondeva. All’osteria era uno strano alternarsi di lunghi silenzi, coi tavoli mezzi pieni di vecchietti che bevevano zitti e lenti, e di racconti, a volte affabulanti e suadenti come favole della buona notte, altre aspri e strillati come i silenzi densi del fumo delle MS e di meditazioni per me, che ero ancora ragazzino ma già bevitore e militante, e racconti che mi affascinavano a volte più per il modo in cui venivano esposti che per cosa dicevano. Peppe aveva fatto il camionista: racconti di viaggi, incontri, personaggi, storie di donne e soprattutto di politica e naturalmente io Io ascoltavo a bocca aperta, dal basso all’alto, perché io stavo seduto e Peppe in piedi, appoggiato al tavolo o in giro per l’osteria a portare qualche piatto o qualche mezzo litro. Continuava a parlare Peppe, se aveva iniziato un discorso, fino a completarlo in tutte le sue sfaccettature e interpretazioni, ripetendo più volte i punti salienti e intercalando proverbi, battute, slogan e modi di dire. L’osteria era piccola: un rettangolo di cinque metri per otto, con un’anticamera dove si appendevano i cappotti e si spillava e vendeva il vino sfuso e, alle sue spalle, la cucina, regno incontrastato della moglie di Peppe, che usciva raramente e solo a prendere gli ordini dei pochi che mangiavano; non dei compagni, però, perché ai compagni ci pensava solo e sempre Peppe.
Beh la finisco qui, sennò m’immalinconisco. Invece lo spettacolo non è malinconico o almeno non solo: si canta, si ride, si piange forse, si prova amarezza, ci si arrabbia ma sempre lucidi e ironici, rigorosamente di parte e col sostegno e la forza della musica.
Aldo Milea
Scheda Tecnica
In scena:
Aldo Milea – Voce e narrazione
Marco Marsili – Chitarre, suoni e voce
Canzoni eseguite dal vivo:
MIO CARO PADRONE di Paolo Pietrangeli
VALLE GIULIA di Paolo Pietrangeli
E’ FINITO IL 68. Paolo Pietrangeli
BALLATA DEL PINELLI di Joe Fallisi
FATHER AND SON di Cat Stevens
LAMENTO PER LA MORTE DI PIER PAOLO PASOLINI di Giovanna Marini
Durata: 70 minuti
Info:
ajioojioepetrolio@gmail.com
aldomilea@hotmail.com
Tel. 3383186679