Sorge è un progetto di musica elettronica nata nel 2014 dalla collaborazione fra Emidio Clementi,scrittore e indimenticato cantante e bassista del leggendario gruppo italiano post-punk attivo negli anni Novanta dei Massimo Volume, e Marco Caldera musicista, produttore, tecnico del suono e collaboratore di Clementi nei tour. Tutto nasce quando circa 3 anni fa, Emidio riceve in regalo il piano verticale della nonna di sua moglie. Per un anno rifiuta anche solo di toccarlo, poi comincia a prendere lezioni e ad accostarsi allo strumento persino con troppa timidezza finché il suo maestro non lo spinge ad osare di più. Emidio osa e comincia registrare semplici linee melodiche che gira a Caldera perché le arricchisca, le strutturi in forme musicali da riempire successivamente con i testi. Nello stesso periodo Clementi viene a conoscenza della storia di Richard Sorge spia tedesca al servizio dell’URSS (probabilmente la più grande spia di tutti i tempi), impiccato dai giapponesi durante la II guerra mondiale, rimanendo colpito dalla sua audacia e dalla sua titanica capacità di mimetismo (era in effetti un comunista che per 15 anni si era spacciato da fervente nazista). Sorge diventa il nome del gruppo e la sua vicenda è la sottotraccia del primo LP La Guerra Di Domani, un lavoro per voce, elettronica e piano che esce il 5 febbraio 2016 per La Tempesta Dischi. La Guerra Di Domani ricalca basilarmente l’estetica musicale a cui ci ha abituati Clementi, recitato affilato e drammaturgico sulle orme dell’espressionismo brechtiano rivestito da una colonna sonora nevrotica e disturbante che esalta le sue visioni esistenziali e lovercraftiane. Solo che mentre nei Massimo Volume le parti musicali venivano attuate dalle scariche di chitarra, adesso tutto si ricompone in scarne sonate per piano memori dell’impressionismo tenue di Satie e dell’avanguardia minimale, fratturate e sopraffatte dagli interventi devianti dell’elettronica (i droni onirici di Nuccini e Il Cerchio quasi un ambient dai contorni autunnali) e talvolta da sparuti accenti di chitarra (Hancock 96). Il percorso dell’album si snoda dunque attraverso evocazioni immaginifiche a volte serene (Bar Destino, Vera In Cucina, La Spiaggia dove il declamato lambisce il tono da tragedia greca), a volte ossessive a sottolineare le ferite interne dell’anima (Noi Facciamo Ciò Che Siamo costruita solo su due accordi ripetuti testardamente, il collage di piccolissime e terribili storie di In Famiglia) a volte penose e laceranti per descrivere le angosce più recondite e i fantasmi del subconscio come nella seduta di autocoscienza di Accetto Tutto fino al finale contenuto/apocalittico di Quello Che Ho Perso (piano sincopato, accordi anomali, recitato in sottofondo come un sortilegio devastato da un urlo finale). La Guerra Di Domani è l’ultima (in ordine di tempo) sta zione di quella sofferta ma lucida via crucis che è la poetica di Clementi, in questo caso l’occasione per descrivere – e misurare – la distanza fra vita vissuta e vita sognata, fra vita pulsante e vita terminata o che al temine ineluttabilmente si avvia. I pattern elettronici di Caldera glaciali e futuristi affrescano con la loro melodica ora austera ora primitivista la raffinata eleganza di una resa dolorosa e intensa a quel martirio giornalmente centellinato che si chiama esistenza.
di Alfredo Cristallo