I Jenny Penny Full sono Giulia Vallisari (voce), Luigi Noce (chitarra, Stefano Lanza (basso) e Giovanni Franceschini (batteria). Sono di Verona e si conoscevano d aparecchio tempo prima di decidere di formare nel 2013 un loro gruppo e d iniziare un complesso periodo in cui si sono inizialmente occupati di raccogliere brani di artisti internazionali, studiarne gli arrangiamenti e analizzare la struttura e la composizione dei suoni. Il risultato è un folk atipico capace di accogliere le influenze del post-rock, del lo-fi, dell’ambient, del jazz lounge e del trip hop come di sommare quasi magicamente ed in maniera totalmente egualitaria le sensibilità musicali di ciascun membro della band. Come veri e propri buskers hanno suonato per le strade e i cortili di Verona e dintorni e nel 2015 hanno lanciato l’University Flat Tour che li ha portati a suonare nelle case dello studente universitarie del Nord Italia, prima di poter registrare il loro primo album Eos (dal nome greco della dea dell’alba dalle dita rosate) in collaborazione con i C+C= MAXIGROSS una delle maggiori band emergenti del panorama italiano. Il periodo della gavetta ha influito nella lavorazione dell’album soprattutto per quanto riguarda la capacità del gruppo di sperimentare e di improvvisare. Poiché quello dei Jenny Penny Full non è solo un alt-folk atmosferico ed onirico capace di alternare perfettamente pause e silenzi e di padroneggiare perfettamente il passaggio da una dimensione acustica a un’elettronica e viceversa.
E’ qualcosa di più nel momento in cui riesce a sublimare la canzone atmosferica e panoramica in uno stato d’animo che è allo stesso tempo lirico, nostalgico, catalettico, onirico fino a dare vita a composizioni che fungono da ponte fra romanticismo, musica popolare ed avanguardia. Sorretti da una mirabile abilità strumentale, i Jenny Penny Full esordiscono con la giga sonnolenta su sottofondo raga per sitar e percussioni di Freezing Orchestra, con l’evanescente neoclassicismo di Far Continents e col canto funebre di Solar sospeso su uno sparuto strimpellio di chitarra, per proseguire con gli austeri jazz notturni di Liquefy, Of Oceans And Mountains e Aloud dove la struttura melodica è ridotta ad una sottile cartilagine di piano, brusii vocali e distanti accordi raga di chitarra. Altrove l’arte dei Jenny Penny Full aspira all’estasi nella vignetta impressionista di Her o alla trascendenza nella ballata folk di Pocket Full Of Storm (sulle orme di John Fahey) per scatenarsi in Supernova che declina il linguaggio del trip hop e del soul in parti uguali. Il finale è affidato al flusso di coscienza di Eos Reprise ancorato a un cupo drone d’organo. Eos è un album di suoni semplici e puliti, tutti calibrati in funzioni di un equilibrio spirituale che appartiene tanto al primitivismo folk quanto allamnew age. L’album è uscito alla fine di febbraio 2016 per la Vaggimal Records.