BIOGRAFIA
Il Paradiso degli Orchi hanno iniziato a muovere i primi nel 2007 a Brescia, nel pieno del suo fermento indie. Difficile ignorare tutti gli input di quel tempo, le valide band che circolavano in città e la sensazione di poter suonare quello che si voleva e come si voleva, sempre alla ricerca di una propria identità “alternativa”. Marco DeGiacomi e Michele Sambrici decidono di non esser da meno e con Il Paradiso degli Orchi iniziano a dare forma e concretezza a tutto il materiale nato dalle loro continue improvvisazioni.
L’idea è quella di un rock-pop psichedelico, un poco romantico ma allo stesso tempo nervoso, e dall’accento epico; uno stile che loro stessi amano definire “lunatico” e che chiamano “Prop(k)” in onore della commistione di generi da sempre mescolati: rock, psichedelia e progressive.
Finalmente la formazione si stabilizza nel 2009 con Andrea Corti al basso e Iran Fertonani alle percussioni, i concerti aumentano e tanto materiale viene scritto. Il brano “Where is the light?” viene pubblicato sulla compilation internazionale “Rock4Life” pubblicata dall’etichetta americana Quickstar Production. Nel 2010 l’attività live si fa più intensa e il gruppo si dimostra affiatato e consapevole del proprio stile, proponendo una scaletta che mescola brani pop-rock più strutturati rispetto allo standard indie e lunghe improvvisazioni psichedeliche. L’etichetta pavese Orquestra Records lo nota e decide di pubblicare il loro omonimo debutto discografico.
Inizialmente la band non si attribuisce mai una componente progressive ma gli viene attribuita nel tempo da parte degli addetti ai lavori, con tutti i pro (pochi) e i contro (tanti) che ne derivavano in un periodo dominato dall’uragano indie. Il Paradiso degli Orchi decide comunque di crederci e lavorare su questo aspetto. Dal 2012 inizia un intenso lavoro di improvvisazione mirato a mescolare maggiormente le componenti psichedeliche e progressive, in previsione di utilizzarle nella composizione di nuovo materiale. Due sono i demo frutto di questo lavoro, per ben quattro ore di musica: un concept album ispirato dal libro dell’autore bresciano Flavio Emer, “il Corponauta”, e un disco altamente sperimentale per lo più strumentale.
La band è convinta di aver in mano dell’ottimo materiale, ma è troppo e va canalizzato. Prendono quindi la decisione di pubblicare questo materiale solo se seguiti da un’etichetta convinta a sostenere il progetto. I demo finiscono anche nelle mani di Fabio Zuffanti, il PdO si rivolge a lui perché musicista e produttore della scena progressive, ma con tantissimi progetti in differenti stili musicali. Michele Sambrici lo conosce grazie al disco Le Ombre della Sera dell’omonimo progetto di Zuffanti e, approfondendo il suo percorso artistico, è sicuro del suo interessamento.
Verso la ine del 2013 Zuffanti accetta di collaborare con il gruppo per la produzione artistica del concept album “Il Corponauta” e propone il disco all’etichetta AMS Recods. Da qui inizia un lungo lavoro per dare forma concreta al progetto che inizialmente prevedeva quasi tre ore di materiale, con l’obbiettivo di mantenere lo stile proprio del gruppo spingendolo sempre più nel mondo del progressive e rispettando al contempo le atmosfere di un libro importante come “Il Corponauta”.