I Kelevra sono una band fiorentina che nasce nel 2012 come quintetto formato dai fratelli Matteo (voce) Francesco Ravazzi (chitarra, voce) a cui si aggiungono Giacomo Rapisardi (tastiere, synth) e la sezione ritmica formata da Marco Emanuele (basso) e Giovanni Sarti (batteria). A fine 2012 iniziano a lavorare al loro primo LP che viene registrato al Wander Studio di Arezzo con la produzione di Samuele Bucelli e pubblicato nell’ottobre 2013 col titolo di Beati Voi Che Non Capite Niente per l’etichetta VRec-Shinseiki.
Dall’album viene estratto il singolo La Moda Dei Vent’Anni. Subito dopo partono per un tour nazionale, partecipando a diversi festival come Pistoia Blues, Metarock, Mengo, Beat Festival insieme ad artisti come Appino, Lo Stato Sociale, Iosonouncane, Gogol Bordello. Dal 2014 iniziano a lavorare al secondo LP, a Sesto Fiorentino presso lo studio El Sop Recording con Leonardi Mengolfi alla produzione. L’uscita dell’album è preceduta dalla pubblicazione dei due singoli Fino A Qua Tutto Bene (aprile 2015 supportata da un videoclip girato nel marzo 2015) e Non Hai Gravità (Giugno 2015) con cui inizia la collaborazione con Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Infine nell’aprile 2016 insieme alla pubblicazione di Stibbert (anche questo col supporto di un videoclip ) esce infine l’album Cronache Per Poveri Amanti, titolo che omaggia ovviamente lo scrittore fiorentino Vasco Pratolini. Vincitori del concorso toscano 100band ed esponenti secondo la critica di un pop “amaro”, i Kelevra sono un gruppo innamorato del synth pop anni Ottanta nella sua versione insieme più tenebrosa ed enfatica. Espandendo diverse soluzioni stilistiche del periodo come i suoni corposi, la ritmica modernista dei Kraftwerk, le timbriche epiche e le melodie pop, i Kelevra sono pervenuti a una sorta di sintesi del punk neoromantico epigonico ed elegante. Nell’album canzoni manifesto come le nostalgiche Agostonauta, Fino A Qua Tutto Bene e Si Vede La Luna Morire o la più classica La Vita è’ Altrove (su uggiolio di piano) si accostano piacevolmente alle più robotiche Acrobata (costruita su una base deliziosamente twist) o Sogno Estivo (sovrapposta a un trillo pianistico). Invece in brani come Stibbert o il sinistro maelstrom sonoro di Non Hai Gravità, la band sperimenta soluzioni dal respiro più ambientale e atmosferico. All’estremo opposto il southeast pop sintetico della title-track e il synth pop notturno di Faruk che si distende in ampie volute di organo testimoniano la ricerca di un linguaggio più accessibile e accattivante. Contrappuntando musicalmente il romanzo di Pratolini, i Kelevra contrappongono essenzialità dell’ascolto al calore intrinseco delle soluzioni armoniche adottate. Le tastiere di Rapisardi sono ovviamente in primo piano e fronteggiano il canto sentimentale e stilizzato di Matteo Ravazzi e la lucentezza chitarristica di Francesco Ravazzi. Nell’insieme un prodotto concepito e portato a termine con ingannevole leggerezza. La copertina ha una grafica minimale e meravigliosa. Il disco è uscito per la Vrec con distribuzione Audioglobe.
di Alfredo Cristallo