DESIGN DSRMX

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I Design sono una band marchigiana di Castelfidardo (in provincia di Ancona) formatasi nel 2008 con una line-up essenziale: Daniele Strappato (voce), Nicola Cera (chitarra e synth), Sara Tringali (basso), Roberto Cardinali (batteria, drum machine). Il loro sound violento e brutale, pesantemente dominato dall’elettronica rappresenta un traguardo per il genere in Italia poichè è capace di riassumere dieci anni di colonne sonore dell’apocalisse (dai Throbbing Gristle fino a Jim Foetus e i Ministry), mettendo praticamente la tecnologia al servizio dei ritmi ballabili e proponendo questi come immani odi dell’alienazione e della rabbia giovanile. Su queste premesse, i Design iniziano a scrivere materiale fra il 2008 e 2009 che finisce nel 12″ Four Little Hanged Toys pubblicato dalla Copro Records/Casket Music nel 2010 con un brano (Painter) per cui girano anche un videoclip. Inopinatamente il loro impegno viene premiato con una stagione concertistica che prende il resto dell’anno e parte dell’anno successivo. Il gruppo, oltre a vincere svariati concorsi, divide il palco con Il Teatro Degli Orrori, gli Andread, gli Orange, I Ministri, i fratelli Calafuria e la band inglese The Electric Riot. Nel 2012 pubblicano l’album Technicolor Noise con la collaborazione del chitarrista Emanuele Caporaletti che diventa subito dopo il quinto elemento della band e contribuisce ad aumentare il wall of sound del gruppo. L’album viene accolto benissimo dalla stampa ed essendo stato massicciamente distribuito anche in Europa (grazie alla Venus Distribuzioni mentre in Italia era stato prodotto dalla Zeta Factory) frutta alla band preziosi ingaggi in Spagna e in Inghilterra. Inoltre dall’album vengono estratti tre videoclip e un EP Fail Better di remix di brani. A maggio 2014 Caporaletti lascia la band e l’ultimo concerto viene ripreso in un video live che viene distribuito sulle piatteforme digitali. Ritornati ad un quartetto, la band nel luglio dello stesso anno registra l’album Daytime Sleepwalkers che viene pubblicato nel settembre 2015 e segna una virata verso sonorità più dark e più vicine alla new wave italiana degli anni Ottanta, mantenendo tuttavia intatta la ferocia espressiva degli inizi.

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A questo punto il gruppo decide di dare in mano ad altri gruppi della scena elettrowave italiana 9 brani del loro album. Il risultato è DSRMX, un album che nelle stesse parole del gruppo è una sorta di dialogo instaurata con artisti che avevano già collaborato al disco precedente e con altri gruppi vicini alla sensibilità dei Design per provare a esaltare la qualità dei loro brani e contemporaneamente saggiarne il potenziale espressivo attraverso la personale rilettura che altri gruppi avrebbero potuto dare. Il risultato è insieme interessante ed elegante in quanto investe tutto lo spettro stilistico che fra gli anni Ottanta e gli anni Dieci del terzo millennio ha avuto il filone industrial-elettronico. Voodoo Doll per esempio diventa un industrial astratto sia nella versione dei NREC (impreziosita da una nuvola di rumori metallurgici e da voci d’oltretomba) che in quella dei Youarehere così come Guilty Pleasure nella versione di BOB (che altri non è che il batterista dei Design sotto falso nome) diventa non solo astratto ma anche ripetitivo come se Terry Riley avesse deciso di comporre un pezzo trance. Affini a questi esempi sono il remix di So Cruel di Michele Caserta che diventa un pezzo industrial à la Cabaret Voltaire (con tanto di coda dance) e soprattutto Florence di K.Lust che si tramuta in una torrenziale suite astratta e sperimentale (più di 11 minuti) da far invidia agli Einsturzende Neubaten più cupi fra feedback e segnali radio iniziali, una parte centrale che è un pow wow tribale e una conclusione in puro stile jungle. Più vicina alle tendenze dance sono i remix di Love=Fiction (degli HLFMN) con voci filtrate e tema musicale scarnificato e ridotto a un piano petulante+percussioni+feedback sintetizzati e Shy Dancer (nella versione dei The Natural Dub Cluster) una trance sintetica che mimetizza un tema reggae. Più interessanti i remix di Daytime Sleepwalkers (dei KMfromMYills) che è un ambient elettronico pulviscolare alla Grouper e Maybe (di Alessandro Apolloni) che è un chamber lied digitale per archi organo e chitarra distorta vicino ai lavori di Julia Holter. DSRMX è un lavoro che (per usare di nuvo le parole dei Design) completa ampiamente il principio che se un brano è valido e funziona non perde il proprio fascino anche se veste abiti diversi.

di Alfredo Cristallo

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