Vincenzo Palombo (alias Calogero Focaluci: voce e chitarra), Mario Speziali (alias Cateno Erbolini: chitarra), Simon Coppolino (alias Zibbonio Berretti: fisarmonica), Nicola Bertolini (alias Coluccio Perticoni: contrabbasso), Paolo Urbani (alias Saulo Trulli Da Rimini: batteria): questa è l’attuale formazione (completa di pseudonimo) dei Plebei, band di Rovereto impegnata in un sound che mescola in modo bizzarro e quasi fiabesco blues, jazz, swing, musica popolare e cantautorato d’autore con una forza e un impegno che è difficile da ritrovare altrove in Italia. La loro storia inizia nel 1996 quando nascono come blues band con un repertorio di canzoni per lo più originali.
Nel 2001 dopo una profonda ricerca decidono di modificare sostanzialmente il loro sound. L’anno successivo dopo aver partecipato al concorso musicale Alband (dove si classificano al 3° posto) incidono il loro primo singolo Africa. Nel 2006 in occasione di un concerto tenuto a Castellano per il festival Castelfolk registrano il loro primo album, un live intitolato Illusioni Fittizie Live. Nel 2007 emergono durante il concorso Tour Music Fest fra i primi venti su circa duemila band partecipanti e verso la fine dell’anno pubblicano l’EP Illusioni Fittizie Del Giovedì Sera. Fra il 2008 e il 2009 sono coinvolti in una febbrile stagione concertistica ma trovano il tempo di comporre e promuovere e presentare il progetto musical-teatrale Lucinfuga che portano anche fuori dai confini regionali presso festival, locali, associazioni, circoli ARCI.
Contemporaneamente presentano l’evento Un’Ora Di Troppo, un doppio concerto che si svolge due volte all’anno quando si passa dall’ora solare all’ora legale e viceversa, celebrando così l’ora che ci viene data e ci viene tolta: una curiosa iniziativa che rimanda ad un’epoca e a una socialità quasi ormai dimenticata in quest’epoca vorticosa che non conosce il valore del tempo. Eterna é La Tensione Di Clavicole, Ingranaggi E Leve viene registrato e pubblicato una prima volta nel 2014 e poi rieditato nel 2016 in forma di concept album che rimanda al concetto di tensione nell’ambito della fisica meccanica, della filosofia e a livello esoterico rimandando a due dei ventuno archetipi di matrice babilonese, Gilga (il concetto di rotazione) e Ka (il concetto di taglio o fulcro della leva): sono questi due archetipi che sono alla base del movimento che produce la vita.
Musicalmente questa teoria viene riportata come un continuo e festoso movimento di suoni e ritmiche che si intrecciano allegramente e spensieratamente. Il gruppo ha curato con cura certosina ogni dettaglio sonoro e ha arricchito i brani di testi che possono sembrare incomprensibili se non si presta molta attenzione ai giochi di parole e al continuo variare semiotico dei significato e dei significanti. Mescolati fra di loro vi sono esempi di jazz blues alla Vinicio Capossela come l’iniziale Africa (impreziosita dal tema di fisarmonica contrapposta a una chitarra blues) e la finale Joe, blues brumosi da pub (I Fortini Del Sud, La Vita Che Se Ne Va), il swing alla Renato Carosone di La Lusinga Di Lucifuge Rocal, il jazz da music-hall di Amorismi. L’allegria da sagra paesana diventa contagiosa in brani come Che Ne Capisce La Scimmia e nell’accattivante stornellata tzigana di Mosse E Contromosse. Più delicate e complesse sono la miniatura di musica balcanica di Serendipity Circus, la fiaba per bambini di Il Ragno Stanco e la ballata alla Domenico Modugno di Papirossen (con parti vocali in tedesco). Eterna é La Tensione è un album di altri tempi che riscopre gli anfratti più nascosti di un luogo immaginario dove l’impegno e la capacità artistica sono al servizio di una musicalità che rimanda di continuo alle tradizioni popolari. Bellissima la copertina di Giulia Tarter. L’album è stato pubblicato dalla Resisto Records.
di Alfredo Cristallo