I Full Vacuum Arkestra sono un complesso marchigiano di Senigallia che nasce nel 2013 su impulso del cantante, poeta e live painter Davide Barca, interessato a riportare su disco le sue teorie sulla musica che lui vede come flusso continuo presente dappertutto e attraverso il vuoto universale. Il suo scorrere continuo accompagna l’uomo verso la santità. Tali teorie, vicine a quelle di David Bohm, Krishnamurti, Fritjof Capra, Bruce Lee e contigue alla spiritualità orientale (specialmente al taoismo) sono riportate attraverso una musica apolide che tocca vari stili (jazz, funk, reggae, dub, musica, latina, cantautorato, dancehall) e ama perdersi nell’esplorazione di vari stili musicali propedeutici a una fruizione della musica di tipo spirituale (olistico), molto vicina alle esperienze della psichedelia e all'ascesi filosofica. Dopo un primo disco intitolato Full Vacuum uscito nel 2013 che è stato prodotto e suonato interamente da Davide Barca, la Full Vacuum Arkestra si assesta in una formazione esagonale per il secondo album Dia Luz (aprile 2016) capace di assecondare nella maniera più opportuna le ambizioni di Barca. Sono della partita Rocco Favi (voce, tromba, flicorno), Alberto Antomarini e Davide Barucca (percussioni), Giulio Sagone (basso) e Yuri Bregoli (chitarra) a cui si aggiunge nella versione digitale del disco anche Claudio Tagliabracci (ritmiche digitali). Dia Luz è una specie di concept album in cui ad ogni traccia corrisponde un’ora del giorno in base a sensazione di luce ed atmosfera. Conseguentemente la musica è eclettica e ogni brano è simile a un pezzo di un puzzle sonoro destinato a condurre l’ascoltatore in un percorso spirituale in cui l’ascoltatore è delicatamente spinto a identificarsi nella musica ascoltata.
Concorrono a questo processo anche i testi zeppi di multipli riferimenti, giochi di parole ecc.. L’album si apre con la miniatura (poco più di 1 minuto) di Forme Di Vita Notturna che segnala la fine del periodo notturno e quindi l’apertura dell’opera musicale che prosegue con la tensione della world tribale di Moscanera e il jazz-rap di Assai con chitarra minacciosa e interventi di tromba capaci di rendere l’intero brano brumoso e metafisico. Una variazione a questo programma è il successivo jazz da cocktail lounge di Arco Di Iris. Altrettanto trascendenti sono i brani più dub come Suona e Non Guardare Giù (quest’ultimo impreziosito da digressioni etniche) mentre alla samba bandistica di Arrivederci E Grazie e alla ballata folk di Mille Volte sono demandate rispettivamente le pulsioni più esotiche e gli ammiccamenti più cantautorali. Conclude l’opera il meraviglioso call and response jazzato di Forme Di Vita Diurna che scivola via in un tripudio di cinguettii di uccelli nella jungla. La voce calda e morbida di Barca aggiunge al disco un coefficiente di poeticità e di brillantezza consegnando l’intero album a uno standard di qualità superiore. L’album è prodotto dalla LaFameDischi e distribuito da Audioglobe.
di Alfredo Cristallo