WEIRD A Long Period Of Blindness

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Il progetto Weird nasce a Roma nel 2011 su un’idea del cantante e chitarrista Marco Barzetti. A lui si uniscono il bassista Matteo D’Argenio e il batterista Massimiliano Pecci prima della fine dell’anno. L’intero anno 2012 li vede impegnati a comporre il primo LP. Registrato nello studio casalingo di Barzetti e remixato da Jacopo Sinigaglia, Desert Love For Lonely Graves esce a Gennaio del 2013 presentando una band che ha maturato nelle 7 tracce che compongono l’album (per 40 minuti di musica) un amore per un certo rock autunnale filtrato attraverso la psichedelia classica e revivalistica (dai Pink Floyd agli Opal, fino ai gruppi americani degli anni 90) e lo shoegaze di moda fra gli anni Ottanta e gli anni Novanta (dai My Bloody Valentine agli Slowdive).

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Nell’aprile 2013 D’Argenio lascia la band e viene sostituito al basso da Giovanni Romano. Nel frattempo attraverso il tam tam della rete, Desert Love For Lonely Graves diventa un piccolo caso discografico fino a diventare uno degli esordi più importanti dell’anno. L’anno successivo vede il gruppo impegnato a promuovere l’album con un tour in tutta Italia dopodiché il gruppo entra in studio per registrare il secondo album che esce nel marzo 2015 per la Lady Sometimes Records col titolo di A Long Period Of Blindness. Al sound brullo e scarnificato del primo album, la band ha aggiunto in questo nuovo LP profondità, trascendenza e stratificazione. In sostanza ai Weird interessa l’aspetto più radicale della psichedelica quello cosmico e ritualista. I giochi con i timbri e i feedback vengono messo al servizio di armonie eccentriche al fine di esplorare territori misteriosi e indefinibili. La loro ispirazione è innanzitutto più mistica che sonora: gli impasti armonici sono vertiginosi ed estatici e al tempo stesso il sound dei maestri della psichedelica anni ’60 viene rivisitato nell’ottica delle innovazioni apportate dalla scuola britannica più tenebrosa e sensazionalista.

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A partire dall’iniziale The Circle Is Closed Except Where It Bleeds (una litania neopsichedelica fra coro di morti e sinistri rintocchi di chitarra), I Weird scoprono le carte rivelando una fantasia armonica di tutto rispetto: Dead Wax per esempio è un progressive dark moribondo sulle orme dei Black Sabbath della metà degli anni Settanta, mentre Infinite Decay e Widow sono ballate languide all’insegna dell’acid rock più dilatato. Al contrario Crescendo e Gaze con i loro muri di fuzz e feedback non sono altro che un aggiornamento dello shoegaze più onirico e sidereo. Il picco della complessità viene raggiunto con The Sound Of Your Heartbreak, lento e spettrale deliquio che si evolve in una cantilena nevrotica annegata fra fasci di feedback e naturalmente Swans, jam cosmica e malata di oltre 7 minuti che conclude degnamente l’album. La musica dei Weird in questo album è riuscita ada ampliare il proprio spettro compositivo: se la prima prova era più descrittiva e cinematografica adesso è diventata anche più surreale e caleidoscopica. L’effetto combinato delle trovate sonore è al tempo stesso maestoso e seducente e il gruppo si può collocare fra i degni eredi del revival neopsichedelico umanista degli anni Ottanta.

di Alfredo Cristallo

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