I Jocelyn Pulsar nascono come gruppo nel 2001 prima di trasformarsi nel tempo come progetto solista del polistrumentista romagnolo (è di Cesena) Francesco Pizzinelli. Il primo LP ancora in formazione a 3 è La Mia Velocità del 2003. Rimasto solo, Pizzinelli pubblica L’Amore Al Tempo Del Telefono Fisso (2006), Cosa Fischietta L’Artista Vero (2007), Penso A Sonia Ma Suono Per La Gloria (2008), tutti distribuiti dalla Agos Music e distribuiti sulla piattaforma digitale Believe.
Nel 2010 il nuovo disco Il Gruppo Spalla Non Fa il Soundcheck, prodotto da Enrico Berto è il primo ad essere notato dalla critica e a ricevere favorevoli accoglienze sulla stampa di settore. Successivamente Jocelyn Pulsar partecipa ad alcune compilation con altri importanti nomi della scena indipendente italiana: Il Natalr (Non)’E Reale e CantaNovanta. Poi nel 2012 esce il suo nuovo disco Aiuole Spartitraffico Coltivate A Grano che ottiene ancora una buona accoglienza da parte della critica e nel frattempo JP partecipa ad altre due compilation della Garrincha Records, Il Calendisco (dove interpreta Fiore Di Maggio di Fabio Concato) e Cartoni Dannati (dove interpreta la sigla di YattaMan). Passa nel 2013 alla label veneta Fosbury Records facendo uscire a settembre dello stesso anno l’EP Sperando Di Aver Fatto Cosa Gradita e a Marzo del 2014 l’EP Frutta Fresca Nel Backstage e nel 2015 il mini Lp Lavorare Per Le Feste. Infine nel 2016, passato a LaFame Dischi produce nel novembre del 2016 il suo ultimo lavoro, l’EP Convivenza Arcade.
Come si può dedurre dai titoli dei dischi Jocelyn Pulsar è un autore scanzonato e ironico. La sua musica appartiene di diritto tanto alla scena indie italiana quanto al pop da cameretta registrato con mezzi umili. I suoi sono esercizi di folk minimale centrati su una melodia fiabesca che non esita ad usare le strutture minimaliste nel suo ultimo EP (ad es. nella Indie Senza Il Pubblico che passa dalle punte di malinconia da jazz lounge a quelle più metafisiche alla Nick Drake) ma senza mai perdere la sua vena approssimativa. L’assunto di partenza è quindi quella di far musica con il minimo di sforzi possibile, puntando tutto sui testi. I quali celebrano ora l’epica della vita normale che più normale non si può (In Nome Di Barbarella, Attrice) o eleva un commosso tributo al più grande perdente della storia del calcio italiano (in L’Altro Baggio che in quasi 4 minuti riesce a sintetizzare l’epopea di Roberto Baggio dal rigore sbagliato nella finale dei Mondiali del 1994 alla personale rinascita calcistica che lo inserisce fra i più grandi calciatori azzurri).
Jocelyn Pulsar si erge addirittura a poeta dell’inedia e del languore nel ritratto in agrodolce di Domani Mi Sposo (un’ode quasi tragicomica a tutto ciò che si perde nell’ultimo giorno da celibe/nubile). Altrove Jocelyn Pulsar usa il suo folk rock a fini emotivi ma mantenendo una verve dimessa (la title-track, che prende garbatamente in giro il sentimentalismo dell’ultimo Jovanotti) o un primitivismo scarno appena attenuato da un filo di organo nell’ascetica e lunare Bella Coppia. Jocelyn Pulsar è un campione dell’indie italiano poiché dietro l’ironia dei testi e l’essenzialità del sound esprime soprattutto il profondo senso di angoscia di chi è obbligato a vivere in un mondo che non ama e di cui non accetta né le regole di produzione né le regole di consumo.
Il disco è interamente suonato da Pizzinelli salvo l’occasionale aiuto in L’Indie Senza Il Pubblico di Mario Ingrassia alla batteria e al basso.
di Alfredo Cristallo