“A Torino come va?” è la domanda che alla giovane vicentina Bea Zanin, studentessa di filosofia fuori sede a Torino, veniva spesso rivolta nei primi tempi del soggiorno. Dopo un primo EP di quattro pezzi Bea decide di rispondere con una sorta di concept album dedicato proprio alla città in cui ha scelto di vivere. Disagio tecnologico e panico da noia canta Bea Zanin in “Se ti annoi e colpa tua”.
E proprio quello stato emozionale chiamato noia non è contemplato nel primo album di questa violoncellista e performer vicentina che cita Pavese e Wittgenstein. Il riferimento agli anni ’80 da cui, come cantava qualcuno in tempi non sospetti, si continua a non uscire vivi, è anche nel titolo che omaggia il primo celeberrimo album di Garbo. Tuttavia, restando in Italia, più che a Garbo le dieci tracce dell’album fanno pensare a Faust’O, I Krisma, la Roberta D’Angelo “sintetica” prodotta da Roberto Cacciapaglia. Bea, accompagnata sul palco da Mario Rossi e Andrea De Carlo, suona alternativamente basso elettrico e violoncello. Il concerto si apre con l’elettropop di Plaza Victoire che già nel titolo riecheggia John Foxx e Faust’O, ma soprattutto i Krisma. Se Piazza Vetra (Vetra Platz) era il simbolo, nel bene e nel male, di cos’era Milano per Maurizio Arcieri a fine anni 70, Piazza Vittorio Veneto, centro della movida sabauda, ben rappresenta per Bea Zanin le contraddizioni della Torino del terzo millennio. I limiti, anche per l’iniziale ouverture col recitato in francese, e le atmosfere orientali ricorda i Taxi girl di Seppuku. La piccola hit Se ti annoi è colpa tua si rivela una ventata di freschezza. Easy summer è un elegante esercizio di stile, ma molto più serioso di quel che potrebbe sembrare a primo ascolto. Ritmi più pacati con la fresca Automobile che va, la gemma velata di dark Ci conosciamo già e la solenne introspettiva, quasi LeoNeriana, Ho nostalgia. Nella garbata digressione esistenziale di Anni Bea si appropria del violoncello. La dance di Mistery boy – col refrain che ricorda Frankie boy della mitica Larry Martin Factory – aggiorna l’estetica e le sfumature electrowave dei primi Indochine. Nella breve chiacchierata che ha preceduto il concerto Bea ci ha confessato (e confermato) il suo apprezzamento per Battiato, Faust’O e Garbo, oltre agli inevitabili Kraftwerk e Depeche Mode, e non potrebbe essere altrimenti.
Produce Diego Perrone, noto per la collaborazione con Caparezza, con il quale Bea interpreta l’ottava traccia dell’album, l’indiavolata Pazzo di te, sicuramente una delle più convincenti insieme a Ho nostalgia. Suddiviso in tre parti, De urbe/de universi tate , Ottimista mal ciapà e Musii o l’amore, “A Torino come va?” è un esordio molto interessante di una giovane artista sicuramente da tenere d’occhio e che attendiamo al varco col prossimo lavoro dove potrà limare qualche piccola ingenuità che ancora affiora fra i solchi del cd.
LUCA MARCHINI