Give Vent è il moniker dietro cui si cela il cantautore e chitarrista Marco Donadelli. Nato a Modena, ha suonato nei You vs Everything e nei Moscova prima di dare il via al progetto solista di Give Vent (che tradotto dall’inglese significa Dare Sfogo), che lo vede impegnato in un folk punk d’antan deciso e spavaldo.
Il primo LP è del 2016 e s’intitola Days Like Years: suoni velati di nostalgia e speranza per descrivere rapporti e relazioni umane alla prova con le difficoltà di ogni giorno e col passare del tempo e della vita. In questo primo album Donadelli era accompagnato da Andrea Muccoli alle percussioni e synth e da Ivan Tonelli alla chitarra e basso. Il successivo capitolo della vicenda è un EP di 5 pezzi che s’intitola Midwest, registrato a fine 2016 e pubblicato nel Gennaio 2017 dalla DiNotte Records e vede Donadelli, in perfetta solitudine, cavarsela spesso con una semplice chitarra. Dei 5 pezzi di cui è composto l’album per poco più di 16 minuti d’ascolto ben 3 sono cover.
Give Vent li interpreta mantenendo alto il suo standard di cantastorie esistenziale, songster maledetto, angry young man e working class hero alle prese con una serie di inni generazionali, mesti ritratti di vita domestica, elegie struggenti, vignette nostalgiche o confessioni adolescenziali: insomma un misto di Billy Bragg e Elvis Costello. Allo stile di quest’ultimo si riallaccia infatti il primo brano December suonato con piglio deciso e voce rauca e potente. Il secondo brano Woodland Part 1 è una cover degli Appleseed Cast un gruppo del Kansas che da pezzo emocore puro diventa nelle mani di Give Vent un folk psichedelico con le pianure del Midwest statunitense all’orizzonte e nei pensieri. Al folk punk fieramente presentato in December, si riallaccia anche il terzo brano Holiday, una cover dei Get Up Kids altra band di emocore seminale del Kansas, mentre per il quarto brano Hourglass ci dobbiamo spostare in Texas per questa cover degli At The Drive In gruppo post hardcore. Hourglass tuttavia è una ballata più calma e tranquilla che lambisce il raggelato e immobile tono elegiaco di Chris Isaak. Si chiude con la title-track (l’altro pezzo composto personalmente da Give Vent) che riprende la psichedelia maudit dei True West e li ammanta di un suono più dream pop. Come già accennato l’album è quasi interamente acustico per voce e chitarra: nell’unico brano elettrico (Woodland) tutti gli strumenti sono suonati dallo stesso Give Vent. L’intero album è stato mixato, arrangiato e registrato da Donadelli direttamente a casa sua. L’intero album è disponibile sulle piattaforme digitali in streaming e free download.
di Alfredo Cristallo