Un articolo pubblicato su Focus online il 28 marzo 2017, reca questo titolo:
Aerosol in atmosfera per proteggere la Terra dai raggi solari
Questo è l’incipit. “Negli Stati Uniti è tutto pronto per dare il via al più grande progetto di geoingegneria mai realizzato: iniettare nella stratosfera, a circa 20 km di altezza dalla superficie terrestre, una certa quantità di aerosol per studiarne l’efficacia come agente climatico per contrastare il riscaldamento globale. (…)”.
Le sfumature apocalittiche di questo improbabile articolo sembrano avere tutte le premesse per farci un film di fantascienza, peccato per il suo autore, che qualcun altro prima di lui s’era presa la briga di scrivere la sceneggiatura di Snowpiercer, film del 2013 (uscito in Italia il 27 febbraio 2014).
Questa è la sinossi. “2031. Dopo il fallimento di un esperimento per contrastare il riscaldamento globale, una vera e propria Era Glaciale stermina tutti gli abitanti del pianeta. Gli unici sopravvissuti sono i viaggiatori che hanno lottato con tutte le loro forze per procurarsi un biglietto ed aggiudicarsi un posto a bordo dello Snowpiercer, un treno ad alta velocità che fa il giro del mondo e che trae energia da un motore a moto perpetuo. (…)”.
L’incipit dell’articolo pseudo scientifico e la sinossi del film, molto simili tra loro, hanno scaturito in me un particolare interesse, non tanto per aver rimarcato il caso controverso delle scie chimiche, ma per aver rievocato dei ricordi così vividi per la loro sconcertante previsione.
Sia ben chiaro, se il film anticipa di molti anni, l’ipotetico progetto di geoingegneria denunciato su Focus, non fu perché il regista, Bong Joon–ho, ebbe modo di presagire gli eventi futuri attraverso una sfera di cristallo, né tanto meno captò dall’etere quelle sensazioni di disagio che hanno oggi milioni di comuni mortali; invero è ch’egli, trasse ispirazione da un fumetto, ed ebbe modo di trasporlo in pellicola digitale con una sua visionaria interpretazione.
Lo spazio alle analisi qui sopra trattate è terminato, ma non crediate che la prima parte di questo resoconto sia del tutto slegata dalla seconda parte, dove tratterò una mia esperienza onirica, bizzarra e sudaticcia. Esperienza onirica tradotta in una sequenza di immagini, molto simili a quella del film. Ma è doveroso precisare due cose:
1) Al tempo non avevo la motivazione di acquisire le informazioni di cui sopra trattate: motivazioni che solo un appassionato di nicchie fumettistiche e cinema, può avere.
2) Nel sogno, il ritrovarmi in un treno o nelle sue vicinanze è uno dei miei sogni ricorrenti.
Al Cinema.
Fremevo dalla curiosità di vedere il film ambientato interamente nello Snowpiercer treno in perpetuo movimento. Ricordo con nitidezza che i trailer pubblicati su Youtube, non facevano trapelare quel finale dirompente e rivelatore, come l’avevo impresso nella mente da molto tempo.
Non solo ero impaziente di vedere il film, ma anche di raccontare la bizzarra sequenza onirica, nel momento più propizio e alla persona giusta, ovverosia al mio amichevole factotum del cinema, perché solo lui poteva aver visto i tratti salienti del film, prima di tutti noi altri video-auditori paganti, ma il caso volle che ci fossero un paio di orecchie in più ad ascoltare, quelle di un altro amico. Erano lì nell’atrio, il primo in attesa di strappare i biglietti ai clienti del giovedì sera e l’altro in attesa di entrare in sala.
Raccontai tutti i dettagli dall’inizio fino alla fine, e che il film, che sarei andato a vedere da lì a poco, aveva tutti i presupposti per essere… se non uguale, almeno somigliante al mio sogno. Non mi credettero, tant’è che il factotum sbottò con un «Sì… e poi, che c’era un orso bianco? Lo avrai visto da qualche altra parte!». Siamo ragionevoli! Come avrei potuto vedere il film in un altro cinema, se quel giovedì 27 febbraio era il primo giorno di proiezione? Certo! In streaming sul PC, ma se lo avessi fatto, perché andarlo a vedere al cinema a pagamento, e raccontarne la trama? Nessuna delle mie obiezioni convinsero gli amici, e per di più, l’altro mi maledisse per aver spoilerato il film!
Lo stupore m’aveva sospeso in uno stato di scetticismo totale, rifiutai di credere a quello che avevo visto! La tumultuosa scena finale, coincideva con gli ultimi istanti del sogno! Ma quell’orso bianco del film, non c’era assolutamente nel mio sogno!
Il Sogno.
Vi prego ora di leggere senza la presunzione del senno di poi, o di chi pensa che quanto è stato scritto è il delirio di una persona dissennata, e priva della percezione spazio-temporale.
«Stipato come un capo appeso, occupavo insieme a tanti polverosi individui, l’ultimo vagone buio e sudicio di un treno. La sensazione di disagio di chi si sente inappropriato al ruolo di ultima ruota del carro, provocava in me la rabbia, quella carica per tentare la scalata, infatti, il mio intento era quello di raggiungere i vagoni in testa. Quando il primo controllore paratosi d’innanzi a me, perentorio intimò “l’alt!” – Tu non puoi andare oltre, il tuo posto è questo! Vedi il biglietto cosa dice? Terza classe! – A ogni vagone, un controllore; ad ogni controllore uno scontro sempre più cruento tra flash chiaro scuri. Dopo aver creato una breccia tra la calca asfissiante, finalmente riuscii a raggiungere il vagone di testa; il portellone davanti conduceva al locomotore, ma per me era finita la corsa, sentii di aver raggiunto l’obiettivo! Quello di piazzare la bomba. Esplose! Non mi svegliai di colpo, ma il sogno continuò da un’altra prospettiva. Dall’esterno vidi il treno correre lungo un dirupo scosceso e proprio mentre stava per entrare nel tunnel, deragliò a causa dell’esplosione, ma grazie alla forte velocità, molti vagoni riuscirono ad entrare accartocciandosi l’un con l’altro, fino a portare il locomotore dall’altra parte del tunnel, per immergersi in una vallata innevata. Ancora una volta, la prospettiva cambiò, mi ritrovai su uno sperone ad osservare con indifferenza le lamiere contorte e brunite dal fumo di quel treno. La visione si dissolse nel nero brumoso e profondo buio della notte…»
Intrapresi questo viaggio onirico agli inizi dell’anno 2013.
Non è nemmeno la prima volta che mi capita un’esperienza del genere, potrei raccontarne altre. Potrei dire altro ai miei lettori stanchi, ma per non infastidirli troppo termino questo resoconto qui.
Francesco Matteoli
Aggiornamento del 15/12/2018
Questo video conferma l’articolo apparso su Focus il 28 marzo 2017.
Simbologia onirica neofreudiana:
Treno – Ho notato che in alcuni sogni il treno, o più precisamente il trovarsi dentro uno scompartimento è raffigurazione di un Super Io severo ed autoritario. In altri sogni ha significato fallico o di visualizzazione di trasporto effettivo, o di interesse alla vita sociale.
Controllore – Personificazione del nostro Super Io. Abbiamo una coscienza morale molto rigida, a causa di una educazione molto severa. Se però il controllore del sogno ci lascia passare, questa scena indica una buona convivenza con il nostro Super Io.
Binario – Indica monotonia di vita, noia o buon equilibrio psichico. Questo simbolo nei momenti di grandi decisioni può, a seconda della sua interruzione o di un deragliamento, significare mutamento della nostra vita sociale, che può essere positiva o negativa.
Deragliamento – È l’uscita violenta, improvvisa, dal binario (vedi) della vita; simboleggia, dunque, una grande crisi benefica determinata dalla monotonia della vita, che implica un notevole iniziale disagio. Ma ci sono dei morti? Se sì, è segno che dovrete perdere definitivamente alcuni contenuti psichici che vi hanno finora costretto a vivere angustamente.
Tunnel – Sono sogni che indirettamente ci illustrano un disturbo psichico di carattere angoscioso, o riguardano una forte inibizione sessuale, o una malattia in atto. L’uscita si riferisce sempre al superamento della crisi, mentre l’ingresso ha riferimenti all’inizio della crisi.