La Polvere è la sovrapposizione artistica di Andrea Carboni e Francesco De Giorgio, come a dire cantautorato d’autore + produzione electro-dance. Tutti e due i musicisti sono attivi da anni ma i loro percorsi non si erano mai sfiorati; nonostante fossero tutti e due di Pisa. In realtà i loro tentativi di collaborazione sono cominciati 10 anni fa ma finora si erano sempre incagliati con Carboni che dava del tamarro a De Giorgio e quest’ultimo che ricambiava dandogli del cantautore depresso. Ognuno ha continuato la propria strada finché ognuno si è accostato positivamente allo stile dell’altro. Lo stimolo è stato dato dal bando 100 Toscana Band, un concorso per musicisti toscani. I due si presentano e arrivano al 46 posto su 800 partecipanti.
Da qui parte lo stimolo a continuare la collaborazione e in un paio di mesi viene scritto, registrato presso lo studio personale di De Giorgio e autoprodotto il loro primo disco intitolato Punto che vede la luce il 23 agosto 2017. Il risultato della collaborazione è una sorte di cantautorato pop a cui viene collegata l’elettronica computerizzata allo scopo di costituire un format sonoro in linea tanto con la techno quanto con l’Eurodisco dagli anni Settanta agli anni Novanta. In questo senso l’operazione costituisce un revival post-modernista, inzeppata di uragani di sincopi e midtempo al punto di assomigliare all’easy listening da cameretta, da jogging o da dancefloor (a seconda che il brano sia più o meno accelerato o più o meno meditativo) tanto in voga in questo periodo o a una versione semplificata della scienza musicale applicata alla canzone pop dei Boards Of Canada. Da quest’assunto prende infatti il via una prassi sonora che abbina canzone impegnata (i testi sono tutti profondi e significativi) a beats innovativi, uragani di sincopi e muzak futurista. I loro brani sono quindi una specie di remix creativi di stereotipi del cantautorato impegnato o evoluzioni della dance degli ultimi 20 anni. Più o meno quasi ogni pezzo ha una sua idea ben definita e non è simile a nessun altro. Tuttavia le eccezioni danno il tono generale all’intero album. Queste sono le due pop song esotiche di Lasciami Stare e Il Posto Dell’Ermitage ambedue giovialmente animate da battiti sintetici e funk elettrizzante (non a caso sono stati scelti come singoli apripista) e i due brani che concludono il disco ovvero il synth pop epico di Il Lunedì e il più complesso Urlare Forte un boogie mimetizzato da droni di synth che si evolve in una fuga power pop con inserti techno alla Prodigy e inserti classicheggianti di computer programming a simulare un quartetto d’archi.
Questi due brani in pratica uniscono sul versante più semplice l’istrionismo progressive dei Prodigy e sul versante più complesso l’eccezionale talento melodico e le sapienti capacità di orchestrazione dei lavori solisti di Vangelis. Partendo da questi paradigmi, gli altri pezzi costituiscono sapienti variazioni del canovaccio principale. Abbiamo quindi la nenia di La Mia Città a cui una ritmica sincopata impone una trasformazione in un drum’n’bass, il battito sincopato di Bravi che viene annegato in sonorità degne della trance siderale dei Tangerine Dream, il cantautorato di I Migliori Di Sempre deturpato dalla techno e travolti da down tempo via via sempre più melodrammatiche e infine il più semplice art-rock futuristico di La Parte Migliore sulle tracce degli Ultravox. Andrea Carboni suona la chitarra e canta, Francesco Di Giorgio si occupa delle tastiere, delle batterie elettroniche e del computer programmino. Punto è complessivamente un buon disco d’esordio ma dal secondo album ci aspettiamo più significative rifiniture che sono certamente nelle corde dei due artisti.
di Alfredo Cristallo