GLI OCCHI DEGLI ALTRI Non Ci Annoieremo Mai

Gli Occhi Degli Altro (d’ora in poi GODA) sono una band formatasi nel 2014 sulle rive del lago di Lecco. La formazione iniziale (che finora non è mai cambiata) è un quartetto composto da Stefano Morganti (voce, chitarra), Giorgio Lanfranconi (chitarra), Pietro Bonaiti (batteria) e Alessandro Beri (basso). Dopo pochi mesi pubblicano il loro primo singolo intitolato Vertigine e un anno dopo nel 2016 pubblicano il loro primo LP Di Fronte Al Lago, registrato e prodotto da Andrea Maglia. Per un paio d’anni i GODA girano la Lombardia, suonando in svariati festival e club condividendo il palco con affermati artisti italiani (Marta Sui Tubi, Punkreas, Sick Tamburo, Giorgieness, Cosmetic) e concludendo il loro tour con l’apertura a Dub FX. Durante questo periodo incontrano David Lasala al quale decidono di affidare la produzione del loro secondo album che esce il 22 Gennaio 2018 col titolo di Non Ci Annoieremo Mai.

Nel nuovo album i GODA sviluppano la loro poetica desolata e rabbiosa e il loro indie rock che parte dal cupo esistenzialismo dei Massimo Volume e dal minimalismo sordo e inquietante dei Velvet Underground per approdare a uno psych pop caleidoscopico e frastagliato che è debitore di svariate esperienze fondamentali per lo sviluppo del rock alternativo fra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta. Praticamente quasi ognuno dei 10 pezzi di cui è composto l’album, emerge da una forma di caos visionario e dissonante, ricco di pennellate sonore e attento tanto alla dimensione orgiastica, quanto alla dimensione sperimentale dell’armonia. Il percorso disegnato dalla successione dei brani dell’album (che dura in tutto 29 minuti) immerge l’ascoltatore nel più classico disagio tipico dell’indie italiano partendo dal dark
punk declamato (e non cantato) di La Stanza e dal lo-fi infestato da ritmi tribali di Anche Stanotte (il primo singolo tratto dall’album) che riesuma i momenti più aspri degli Sparklehorse per svilupparsi nell’hard rock caracollante e dilaniata dallo stridio delle chitarre di Deepinto. Il sound diventa più levigato, più sfumato e anche più evocativo nello psych pop a passo di pow wow di Manchester e nell’hard pop con rintocchi sognanti di chitarra di Smetto Ieri che sembrano reperti degli anni Settanta. Il revival psichedelico di Occhi Spenti e Alieni che accostano frammenti dell’anarchia avanguardistica dei Velvet Underground alla tensione drammatica e maniacale dei
Dream Syndicate stendono un ponte ideale fra anni Sessanta e anni Ottanta e costituiscono un buon preludio al noise rock carico di suspence di Ritmi Diversi e alla litania funebre con sviluppo apocalittico di Piove Dentro che collegano gli anni Ottanta agli anni Novanta. L’album si conclude col tribale e cadenzato Lo-Fai che è idealmente gemellabile all’iniziale Anche Stanotte. Grazie alle soluzioni armoniche perennemente dominate da un senso di horror, claustrofobia e tedio, i Goda riescono a dipingere a tinte cupe il senso di alienazione della metropoli post post-industriale. La frenesia delle due chitarre funerea, sconnessa, deragliata e la percussività multipla e disgregata ne
fanno dei tardi epigoni dei Sonic Youth con cui condividono il disgregato mood armonico.
Collaborano al disco Vanessa Tomasin e Luca Colombo. L’album è stato registrato presso l’EDAC studio di Lecco.

di Alfredo Cristallo

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