SERAPHIC EYES Hope

I Seraphic Eyes sono un power trio nato a Biella addirittura nel 2000 su impulso del cantante e chitarrista Alberto Marconetto autore di tutti i loro brani. Un incidente automobilistico costringe Marconetto a un lungo periodo di immobilità, durante il quale egli ha modo di comporre nuovo materiale. Il gruppo viene riformato nel 2010 insieme al batterista Alessio Azzalini (detto Azza) e vari bassisti che si succedono nel tempo Gianfranco Ronda, Gianluca Penna e finalmente Laura Gagliardo con la quale la line-up si stabilizza definitivamente e mette a punto il sound epidermico e adrenalinico, profondamente influenzato dal grunge americano che li caratterizza. La band pubblica nel 2012 il suo primo EP Unplugged In The Kitchen, Remixed On The Couch, completamente autoprodotto e poi nel 2013 un secondo EP Heritage che è stato trasmesso su varie radio FM mondiali (Canada, USA, UK, Belgio, Australia e Messico).

Ciò ha permesso al gruppo di collaborare col produttore Moreno Delsignore e con l’etichetta Bagana records con cui pubblicano nel 2016 il loro primo LP Unity. Durante il tour di presentazione Laura Negri sostituisce la Gagliardi all’epoca incinta. La Gagliardi partecipa tuttavia ai lavori del nuovo LP e rientra in formazione quando viene pubblicata infine l’ultima fatica della band, l’album Hope che viene pubblicato dalla Vrec Audioglobe il 23 febbraio 2018. Come già detto il sound della band è largamente riconducibile alla scena di Seattle dei primi anni Novanta, riff abrasivi di chitarra, sound epico drammatico e maestoso, melodie orecchiabili che rinverdiscono i fasti di gruppi come Alice In Chains, Pearl Jam e Mudhoney esattamente come nel sound di quei gruppi riviveva il fasto oleografico dell’hard-rock dei primi anni Settanta. In definitiva la carrellata dei brani segue l’epopea di quei due decenni (anni Settanta e Novanta) attraverso il power rock classico di The Reason, il garage rock acrobatico di Another Life, i due boogie di Crocodile Boots e JFK Spoke About This per gli anni ’70, mentre gli anni ’90 sono rappresentati dalle armonie granitiche e dalle frasi sincopate che cullano i ritornelli epici di Losing Souls, Alien Blood, Running In The Dark (in realtà (un blues dalla ritmica apocalittica) e di When I Suffered (che è quasi una cover del classico Smells Like Teen Spirit dei Nirvana). Il senso di drammaticità e disperazione generazionale (un tipico substrato culturale del grunge) viene attenuato dal blues rallentato e psichedelico di You Will Know e soprattutto da ballate rilassate come Time To Go (una quadriglia western mimetizzata) e dalla title-track, una ballata notturna e melodrammatica. I Seraphic Eyes si tuffano nella commistione fra barbarico e civile con i due brani più hardcore del lotto Infinity Street un garage punk urlato a squarciagola e il sorprendente dark punk cadenzato e minaccioso di Your Seraphic Eyes, completando così l’affresco culturale che ha sorretto vent’anni di musica giovanile: disperazione, sventura e infine speranza. L’album è stato prodotto da Pietro Foresti e mixato da David Gnozzi (che ne ha curato anche il remastering) e Rich Veltrop.

di Alfredo Cristallo

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