THE LAST DROP OF BLOOD The Last Drop Of Blood

The Last Drop Of Blood (d’ora in poi TLODB) è una band veneta formata da un nucleo di musicisti già coinvolti nei progetti Facciascura, Ranj e Claudia Or Die. La line-up del gruppo è formata dai due chitarristi Francesco Cappiotti e Andrea Ferigo, da Carlo Cappiotti (voce), Chris Meggiolaro (basso), Simone Marchioretti (batteria) e Claudia Or Die (tastiere, synth). Il loro primo omonimo album è uscito lo scorso 11 Maggio 2018, con la produzione del compositore americano Shawn Lee (già collaboratore di Jeff Buckley e Amy Winehouse).

Nei 27 minuti di cui è composto l’album, il sound dei TLODB riesuma e riassume l’epopea del desert rock americano fra gli anni Ottanta e gli anni Novanta sfoggiando contemporaneamente il melodismo utopistico e il cromatismo barocco dei Green On Red, il decadentismo epico ed elegiaco dei Giant Sand e il roots rock manierato e filosofico dei Calexico. I loro arrangiamenti tengono conto quindi dell’epos del mito della Frontiera e dei film western revisionisti degli anni Settanta immergendoli in hard blues trascendentale ed esistenzialista riveduto e corretto dall’uso minimale dell’elettronica (che dà un tocco di modernità) ma non insensibile alla lascivia drammaturgica dello swamp blues dei Gun Club (perché usata come contraltare al mood dominante). Assecondando questi canoni, il cupo rosario dei loro brani prende l’abbrivio col blues animalesco e gotico di Cut Wire, inzeppato di assoli vibranti, col voodoo blues con inflessioni lisergiche di The Bad One (capace di sfoggiare anche una stupenda coda strumentale in stile mariachi) e con il desert rock acustico di Thorn infiltrato da echi morriconiani.


Gli orizzonti si ampliano verso una versione più dura del loro blues classico accogliendo tanto
l’hard rock fulminante e feroce dei Grand Funk Railroad in Burning Eyes, quanto i groove
mostruosi alla Black Sabbath in Feelings Are Trash, tuttavia annacquati sovrapponendo
genialmente ai riff monolitici della chitarra (e del basso), gli accordi jazz dell’altra chitarra e
ottenendo così un originalissimo hard-prog (vicino alle prove più coraggiose degli Uriah Heep del periodo aureo). Il sound riacquista il tradizionale mood scarno e rarefatto alla fine col blues
sonnolento di Bad Butterfly (a metà strada fra Eric Clapton e i Pearl Jam) e soprattutto con la title-track suonata come se fosse un incubo lovecraftiano e resa più minacciosa dal bisbigliare del cantante impegnato a recitare oscuri sortilegi.

Grazie a una produzione scintillante e ad
arrangiamenti evocativi e suggestivi, l’arte dei TLODB è abile nel situare le loro canzoni all’interno di un milieu che si nutre dell’immaginario delle serie TV americane, del western di Quentin Tarantino ma mantenendolo fuori da un epoca storica precisa. Contestualmente il loro western blues si svolge all’insegna del revisionismo del vecchio southern-rock e del ble-collar rock americano. I brani sono cantati tutti in inglese e sono tutti composti da Francesco Cappiotti tranne la title-track composta insieme a Claudia Or Die. Alle incisioni ha partecipato anche il chitarrista Philip Romano. Il disco è uscito in versione vinile e CD (con alcune copie autografate dalla band) e sulle piattaforme digitale per la Vrec/Audioglobe e per la Wiener Records per la distribuzione negli USA.

di Alfredo Cristallo

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