I Warmduscher sono una band londinese che si formò in maniera piuttosto improvvisata durante una festa privata il 31 Dicembre 2014. Per ognuno dei membri originari in realtà costituiva uno scherzo o al massimo un side-project: la line-up era formata da Clams Baker Jr (voce; anche nei Paranoid London), il Saulcano (chitarra e basso; già nei Fat White Family e ora anche negli Insecure Men), più altri due Fat White Family, Lias Kaci Saoudi (voce e chitarra) e Adam J Harmer (batteria).
Il gruppo proseguì come quintetto arruolando Lightnin’ Jack Everett (batteria; ex FWF e anche negli Insecure Men), Mr. Salt Fingers Lovecraft (basso; anche nei Childhood e negli Insecure Men) e The Witherer aka Little Whiskers (synth; anche nei Paranoid London) che sostituirono i dimissionari Saoudi e Harmer. Preceduti da una fama di irregolari e spostati (tutti i loro nomi sono pseudonimi), con una musica che esalta la loro contemporanea fama di drogati, dediti a un rock’n’roll fratturato, iconoclasta e lisergico esordirono nel 2015 col variopinto Khaki Tears. Negli anni successivi rilasciarono uno split single nel 2016 (The Sweet Smell Of Florida) e due singoli, Big Wilma (2017) e Standing On The Corner (gennaio 2018) per la Leaf Records. Ed è sempre quest’etichetta che dà modo al gruppo di registrare il secondo album che esce l’1 Giugno del 2018 col titolo di Whale City. Grazie al giudizioso lavoro del produttore Dan Carey (già collaboratore degli ultimi LP di Kylie Minogue), il mix di delirio e ed esotismo del primo album assume una forma più organica in questo nuovo album, che nonostante la brevità dei tempi di registrazione (appena due giorni) riesce a stipare in meno di mezz’ora un mix elegante di funky, blues, soul, dance, psycho-funky (nello stile delle colonne sonore dei film Blaxploitation e più tardi dei primi film di Tarantino) calandola in una narrazione di un’immaginaria e stralunata New York anni ’70 dove si raccontano le tragicomiche vicende di un’umanità di spostati ritratti col piglio grottesco dei film di John Waters o col ritmo efferato della Los Angeles hard-boiled celebrata nelle ballate psicotiche e iperrealistiche dei Wall Of Voodoo, come dimostrano le tre mini declamazioni di Clams Baker avvolte in cupe atmosfere da incubo (Bright Light, No Way Out e The Beginning).
Gli strumenti dominanti nel calderone sonoro sono i riff di chitarra sferzanti di Il Saulcano a cui vengono sovrapposti i passaggi del basso gommoso di Mr Salt Fingers Lovecraft e i passaggi cosmici e atmosferici dell’elettronica. Di fatto l’album è il trionfo di una sorta di fusion stilistica che allinea soul deviati infarciti di cori e synth lisergici (1000 Whispers), boogie scatenati con echi di garage e R’n’B di Chicago (Big Wilma), hard blues selvaggi alla Guru Guru (I Got Friends), funky progressive cinematografici (The Sweet Smell Of Florida), swamp blues a metà strada fra i Gun Club e i Dream Syndicate (la title-track e Straight To The Top), sabba progressive orgiastici e grandguignoleschi (Standing On The Corner) e infine anche un ritmo latino avvolto nel caldo crooning di Baker e in serpeggianti linee di basso funky (Summertime Tears). In effetti con questo album i Warmduscher hanno creato una forma di musica simile all’arte dei cartoni animati: forme grossolane per quanto riconoscibili, un paesaggio di stereotipi, un registro parodistico, una narrazione che utilizza stili e frammenti sonori per creare minisuite-mosaico magniloquenti e trasgressive. In questo senso recuperano lo spirito della psichedelia pantagruelica e totale dei Kaleidoscope USA e i divertissement atonali dei Can massimi paladini una musica d’avanguardia indebitata con il jazz-rock, il funky e l’elettronica. Quest’album diventa così perentoriamente un’opera unica e sorprendente tanto da doversi domandare se i Nostri riusciranno a dargli un seguito. Ma se ci hanno messo così poco a comporre quest’album perché non riprovarci ?
di Alfredo Cristallo