Karl Marx nel 1870 scrisse una lettera a Sigfrid Meyer e August Vogt, in essa dettagliava il fenomeno della concorrenza fra operai «nazionali» e immigrati, con i casi degli operai irlandesi in Inghilterra. Le sue osservazioni così ricche di insegnamento, sono applicabili tuttora, e lo saranno anche in futuro. Immaginando un Marx eterno scrivere ai suoi contatti epistolari del passato, mi sono divertito a sostituire i termini “inglese” e “irlandese”, semplicemente paragonandoli a popolazioni generiche di interi continenti. Nel contesto attuale e nell’area geografica, dove i modelli di riferimento sono ora “Europa” e “Africa”, ho eseguito una sostituzione teorica, e questo piccolo esperimento pare funzionare se contestualizzato con le migrazioni forzate attuate dalle classi dominanti.
Anche oggi la classe capitalista è perfettamente cosciente che la divisione fra proletari immigrati e italiani (non più prolifici) è un fattore chiave della paralisi della classe operaia, e naturalmente fa di tutto per mantenere e rafforzare questa divisione, questa ostilità, questo razzismo, questo sentimento di superiorità nazionale. Inutile, controproducente e logorante.