LE LETTURE BANDITE.BODA Ho Preso In Giro Il Diavolo

Le Letture Bandite è un progetto nato dalla mente del chitarrista e compositore perugino Sergio Galmacci (voce, chitarra). Il progetto viene alla luce nell’estate del 2013 e trova un suo sviluppo grazie all’aiuto di Salvatore Fico (basso) e Marco Agneletti che è coautore delle musiche insieme a Galmacci. Il risultato ha un obiettivo ambizioso: mettere in musica la progressiva morte della coscienza popolare. Dopo un anno e mezzo e con 10 brani originali, il gruppo pubblica nel Dicembre 2015 un concept EP omonimo di soli 4 pezzi per La Sete Dischi. A questo punto il gruppo allinea in formazione oltre a Galmacci e Fico, Daniele Rotella (chitarra elettrica, moog, godwin, piano elettrico), Michele Turco (batteria, percussioni) e Francesca Lisetto (voce).

Rotella dà una mano agli arrangiamenti e alla produzione artistica. Il progetto si muove sul solco dello stile cantautorale italiano ma è anche un puzzle che vive sulla fusione di differenti suggestioni musicali.
Questo programma viene implementato col successivo LP uscito l’11 Gennaio 2019 e intitolato Ho Preso In Giro Il Diavolo. L’album è accreditato alle Le Letture Bandite e a Boda ovvero Daniele Rotella (che qui suona anche il basso, le chitarre e le percussioni campionate). Anche la line-up è cambiata: oltre a Galmacci e Turco ci sono ora solo Penelope Galmacci (voce) e due batteristi/percussionisti, Diego Mariani e Sergio D’Isanto. Nelle parole del gruppo anche questo album è un concept offrendo “affreschi e parole sulle diverse stagioni della vita e della morte”. In linea con queste idee, il sound è oscuro, cupo, denso di simbolismi. Le tecniche d’arrangiamento e di canto sono usate per scolpire atmosfere allucinate sospese fra il raga e le musiche cosmica e tratteggiano un percorso psicologico interiore alla ricerca di sé stessi. Le creazioni del gruppo si affacciano in un’affascinante terra di nessuno dove stili diversi come il dark, il raga e più spesso la
musica folk compongono strutture eterodosse, una serie di quadretti prevalentemente melodici di tanto in tanto legate a sfuriate di chitarra atonale (il dark punk classico della title-track) e soprattutto a pattern percussivi che sembrano guardare alla tradizione musicale non occidentale (il folk rock di India che mescola raga e kraut-rock minore). Benché spesso ancorato al folk, il sound sembra sfuggire a qualsiasi procedimento formale comune limitandosi a citare quasi solo di sfuggita il riferimento più ovvio (la misteriosa Candida a un passo da lo-fi, i folk rock notturni e scheletrici di I Colori Delle Bandiere e Perle Di Corallo che citano le sofferte nevrosi del primo Neil Young). Il resto (l’album dura solo 28 minuti) sono trenodie disperate come L’Addio che si trasforma in un maelstrom sonoro di suoni elettronici o il trip hop zoppicante di Un Dramma Su Di Noi con spicchi di atmosfera alla Ustmamò che si spengono a poco a poco. Quest’album che vive e respira di esperienze differenti rimanda alla prospettiva degli album di musica totale degli anni Settanta (ad es. i Jade Warrior). Penelope Galmacci cura le coreografie del videoclip I Colori Delle Bandiere. L’album è uscito per La Sete Dischi con la produzione di Daniele Rotella.

di Alfredo Cristallo

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