ROBERTO MY Flares

Roberto My è un cantautore e chitarrista romano, già membro fondatore agli inizi degli anni ’90 dei Volcano Hearts, band indie psych rock, che realizzò inizialmente 2 demo (il secondo dei quali divenne disco del mese della rivista Rumore nel 1996).

Ha poi partecipato a compilation di culto come Metal Machine Muzak per la label Gamma Pop nel 1997 (insieme a loro altri notissimi gruppi come i Massimo Volume, i Cut, gli Ulan Bator e i Three Seconds Kiss). Il gruppo ha poi pubblicato un album omonimo totalmente autoprodotto nel 2002 e un EP Afternoon Pleasures nel 2005. Il gruppo si scioglie poco dopo e per dieci anni Roberto My intraprende una carriera solistica reinterpretando pezzi della sua band in chiave semiacustica. Rinasce quindi in lui la voglia di scrivere pezzi nuovi e di tornare a suonare con una sua band.

Affiancato da Micol Del Pozzo (al basso) e da Pasquale Montesano (alla batteria), il progetto prende forma e si traduce in un nuovo
album solista intitolato Flares che esce il 18 Gennaio del 2019 per l’etichetta I Dischi Del
Minollo/Audioglobe. In questo lavoro Roberto recupera le sue radici psych rock confezionando soluzioni sonore che rastrellano suggestioni armoniche dalle ballate elettriche e sulfuree degli Afghan Whigs, dalla psichedelia acida e lugubre dei Dream Syndicate, dal desert-rock cupo e visionario dei Thin White Rope. Il formato delle sue composizioni che mantengono sempre il background vibrante del blues e la violenza brada del punk pur inserito nella predilezione per la ballata nevrotica e disperata di Neil Young applica tecniche di arrangiamento in cui mentre la melodia basica si sdipana lineare, la chitarra cambia solfa di continuo passando dalla psichedelia all’acid rock, dallo schitarrare jingle jangle del folk rock alla distorsione demoniaca dello psichobylly mentre la sezione ritmica tiene quasi sempre un passo marziale. Ne derivano così con omogenea naturalezza canzoni lineari e semplici come il blues rilassato di Motherland intriso di nostalgia alla Nick Drake, la ballata depressa con contrappunti raga di World Of Sound ma anche brani più articolati come la ballata di Last Summer Ruins con brividi psichedelici che trasudano sconfitta e disperazione e un assolo intermedio sognante e fluttuante mentre accordi squillanti conferiscono rotondità all’intera struttura. Quest’arte capace di sviluppare idee complesse partendo da input stilistici apparentemente innocui ma poi ampliandole in soluzioni di più ampio respiro trova i suoi momenti migliori in My Sign On You uno psychobilly tiratissimo (arrangiato con due chitarre e sax tenore) che si distende in una trenodia disperata propulsa da una scintillante (e infernale) tecnica chitarristica che si muove passando inaspettatamente dal rock blues al garage rock. Un’altra vetta è la seguente Black Sky una ballata notturna che si apre con un armonica arcana e piccoli contrappunti psichedelici aggiungendo strati e strati di dolore e concludendosi con un impasto sonoro che sembra osare qualcosa di più coraggioso della nera disperazione quasi in antitesi del rock blues che epitomizza.

Il brano finale Congo (l’unico totalmente strumentale) è un altro psych rock che si avvolge compulsivamente in spirali di dolore fino a lambire il minimalismo concettuale. Il binomio malinconia e melodia si muove in perfetta sincronia con lo zeitgeist del tempo ma nelle sue tessiture luccicanti Roberto My usa una tecnica di dissonanze melodiche e stilistiche per spargere un denso impatto sonoro sul canto (che ha costantemente un tono serafico) creando una forma di armonia che prende quota ma senza mai galvanizzarsi veramente e interpretando musicalmente e magistralmente claustrofobie e alienazioni esistenziali. Accanto al trio base danno una mano Federico Festino dei danesi Me After You (piano elettrico; autore anche dell’artwork) e Gianluca Varone (sax tenore). Produzione, registrazione e missaggio sono di Daniele Silvestri.

di Alfredo Cristallo

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