I Crowsroads sono un duo bresciano formato dai fratelli Matteo (voce, chitarra) e Andrea Corvaglia
(armonica, voce) dedito a un folk blues manierato che unisce la tradizione country e quella blues
degli anni Sessanta con quella del grass roots movement degli anni Ottanta. Si sono formati nel
2009 iniziando a strimpellare sul divano di casa. Decidono di prendere poi lezioni di canto da
Brunella Mazzola una cantante gospel. Iniziano l’attività concertistica nel 2010 e in quello stesso
anno prendono il nome attuale. Nascono le prime canzoni tutte nostalgiche e venate di malinconia
e nel 2012, grazie all’aiuto del chitarrista e amico Giovanni Lancini che decide di produrle,
pubblicano il loro primo EP (4 pezzi) intitolato Some Sky Inside My Pocket. Nel 2013 vincono il
premio della giuria e quello del pubblico al festival Deskomusic un concorso per band degli istituti
superiori. Partecipano poi nel 2014 con successo al festival A.M.A. (ArtMusicAround). Nel 2015
esce il loro secondo singolo Athens. Scrivono poi le colonne sonore per due cortometraggi Polvere
e Selfie. Nel 2016 un loro brano Pirate Flag entra nella soundtrack del film Rosso Mille Miglia. Nel
maggio 2016 esce il loro primo LP Reels, un album composto da cover folk, rock, blues (c’è anche
un loro inedito) e nel settembre vincono il premio del festival MuoviLaMusica. Fra il 2016 e il 2017
continua l’attività live ed esce il singolo Golden City (che apre la compilation Pistoia Blues
Generation vol. 3) e nel 2018 un altro inedito Busking Out On A Monday (che compare nella
compilation Pistoia Blues Next Generation vol. 4). Dopo un’intensa attività live fra il 2018 e il 2019
(anche con certi per strada nella tradizione dei buskers) entrano in sala di registrazione e un nuovo
album totalmente composto da inediti esce finalmente il 15 aprile per la Vrec/Audioglobe col
titolo di On The Ropes. Affiancati da una band di vecchi e nuovi amici (il batterista Alberto Pavesi, il
bassista Andrea Gipponi, il chitarrista Michele Belleri e il tastierista Michele Bonivento) il duo
Corvaglia si affida a uno stile roots rock che accoglie felicemente il country rurale, solenne e
tradizionale della Band, il country western dei True Believers, il country boogie degli Screaming
Blue Messiahs, il blues dinamico, lisergico e trascendentale dei Green On Red, il blues arcaico e
immaginifico di Muddy Waters (che derivava dal Delta Blues), il folk politicizzato di Dylan e il
country folk malinconico ed epico di Neil Young e le melodie sghembe ed eccentriche dei Wilco. Il
punto focale e il nucleo fondamentale del loro sound è l’armonica onnipresente di Andrea
Corvaglia che spazia sull’intero fronte ritmico e solista, capace di mandare in orbita il pow wow
efferato di Foxes, il soul blues di I Saw You con parti vocali alla Martha And The Vandellas e assolo
supersonico finale di armonica, il country notturno di Another Rose In The Dust, i folk acustici di
Monologue e Ground Floor In Heaven (con arrangiamenti creativi e spaziali di tastiera) e il latin
blues alla Santana della title-track dove armonica e organo si scambiano costantemente i ruoli nel
sospingere ritmo e melodia. Questo programma che rispolvera il mito della civiltà della Frontiera e
della Grande Depressione e sfrutta a fondo il filone della leggenda vagando fra bivacchi, pub e
barrelhouse, esplorando la musica rurale dei villaggi e il country paesano, trova un’ideale punto di
caduta nei folk di The Gardener’s Daughter e di Everytime That You Walk Out The Door (cover di
Ogni Volta Che Te Ne Vai dei Fratelli La Bionda e singolo apripista) e nel blues alla Eric Clapton di
Tomorrow Turns Page (con accompagnamento strappalacrime di armonica): sono tutti brani tanto
rilassati quanto intrisi di nostalgia. D’altra parte i Crowsroads offrono eccellenti prove di come si
maneggia il soul e il gospel in Seaweed e Razor Wire e si cimentano persino coi ritmi caraibici in Marbles.
I Crowsroads nonn hanno paura di sperimentare scorrazzando fra i generi più disparati
creando un insieme musicale orecchiabile e trascinante, ponendosi in una singolare zona di
confine del panorama musicale dell’epoca e forse di tutte le epoche. Ospiti d’eccezione sono Sarah
Jane Morris, Frankie Chavez e Jono Manson. La produzione è del fido Lancini e di Paolo Salvarani.
di Alfredo Cristallo