ALESSANDRO ALAJMO Firenze Mare Blues

 

Alessandro Alajmo è un cantante e chitarrista fiorentino. E’ nato nel capoluogo toscano nel 1986, lì
abita e sempre lì ha iniziato la sua carriera. Nel 2001 scopre i Led Zeppelin e compra la sua prima
chitarra, una Sequier Stratocaster. Nel corso degli anni ha partecipato a diverse avventure
musicali, tra le quali la collaborazione con la cantautrice Chiara White, per la quale suona le
chitarre elettriche nell’album Biancoinascoltato (2017); fa parte anche del gruppo fiorentino
Underfloor a partire dal 2014 suonando nel loro quarto album, intitolato Quattro e uscito per la
Suburban Sky. Sarà questa stessa label che permette ad Alajmo di mettere su disco le sue
composizioni soliste a cui lavora fin dal 2012.

L’album esce il 14 maggio del 2019 con il titoloFirenze Mare Blues (la Firenze-Mare è l’autostrada che collega Firenze con la Versilia, una delle mete turistiche maggiormente preferite dei fiorentini). Prodotto insieme a Guido Melis, Alajmoraccoglie in questa sua prima fatica le sue reminiscenze adolescenziali, il suo senso di isolamento,la voglia di fuga e infine i momenti di divertimento e il bisogno di tranquillità e semplicità. Sono tutte storie raccontate quasi in punta di piedi con raro senso di garbo, arrangiate in maniera scarna e umile ma in maniera tutt’altro che amatoriale: quasi ogni brano ha un tocco che lo eleva
al di sopra del folk blues e del lo fi statunitense con canzoni incalzanti che bilanciano ballateaustere e riflessive. Certamente il tono dell’album può sembrare a volte anemico, a volte quasichiassoso, a volte riflessivo ma il tasso di sincerità è sempre in bella mostra e il fattore emotivonon è mai annullato del tutto. Accompagnato da una band che comprende il fido Melis al basso eAndrea Del Francia alla batteria e con la collaborazione addizionale dei chitarristi Alessandro Abba e Giacomo Ferretti, di Giulia Nuti alla viola e di Simone Milli alle tastiere, l’album (9 brani per 39 minuti di musica) parte alla grande con un blues lo-fi con tracce di cantautorato italiano, chitarre lisergiche e viola romantica (L’Astronauta) e col garage blues a passo di pow wow di Lebowski detonato da chitarre incendiarie per ripiegare su più contriti e rilassati folk blues come Il Geco (primo singolo tratto dall’album) e Settembre o su lo fi nostalgici e minimali come L’Estate Del 2001. Si riparte di sprint con il folk contrito di Notturno On The Beach (che con i suoi 6 minuti e
mezzo è il brano più lungo dell’album) propulso quasi all’improvviso da accelerazioni hard blues, per continuare col garage blues della title track (impreziosito da un piano honky tonk) e col rock blues di Vagamente Io E Te nel quale Alajmo rispolvera le chitarre squillanti dei Byrds.

La finale L’Ora Più Buia un madrigale incantato di umori lisergici e arricchito da un arrangiamento
orchestrale lambisce la trascendenza metafisica che fu dei Felt (uno dei più sottovalutati gruppi
inglesi degli anni Ottanta) è probabilmente il miglior pezzo dell’album, sicuramente quello più
complesso e riuscito. Le canzoni di Firenze Mare Blues compongono un diario intensamente
personale con linee melodiche che appartengono ancora al cantautorato italiano e al rock
tradizionale ma con arrangiamento così originali da farne una sorta di saggio sul postmodernismo.
E questo è un buon viatico per la futura carriera di Alajmo.

di Alfredo Cristallo

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