SUCCI Carne Cruda A Colazione

 

Gianni Succi, nome d’arte Succi, è un musicista, cantautore, reading performer a attore teatrale
piemontese (è nato a Nizza Monferrato nel 1969). Ha fatto l’insegnante prima di imboccare la
strada della musica. Ha iniziato come cantante e chitarrista dei Madrigali Magri, in cui ha militato
per 10 anni dal 1994 al 2004 (partecipa a 4 album fra il 1998 e il 2002) per passare ai Bachi Di
Pietra nel 2005 e rimanervi fino al 2016 (10 fra album ed EP + uno split EP con i Massimo Volume).
Ha anche collaborato con Riccardo Gamondi nell’album La Morte del 2012 e Ivan A. Rossi
nell’album omonimo degli Spawn Sound Ensemble sempre nel 2012, con Manuel Agnelli, Xabier
Iriondo e i Uochi Tochi nell’album Il Cartografo del 2017. Nel 2012 ha iniziato la carriera solista
incidendo i versi di Giorgio Caproni sull’album Il Conte Di Kevenhuller, poi ha registrato un disco di
cover di Paolo Conte intitolato Lampi Per Macachi (2014) e ha pubblicato il suo primo vero disco
solista intitolato Con Ghiaccio nel 2017.

Pubblica il suo nuovo LP intitolato Carne Cruda A Colazione
il 20 settembre 2019 per la Tempesta/Soviet Studio. Nel nuovo LP, Succi rastrella idee dal post
rock degli Slint (da lì proviene il gusto per la decostruzione musicale del brano tramite la fusione di
vari stili per creare opere concettuali e astratte al limite dell’avanguardia) e dei For Carnation (da
cui proviene il gusto per il minimalismo accoppiato all’uso dell’elettronica per creare melodrammi
noir), dal synth pop degli anni Ottanta (da cui proviene il gusto per i suoni futuristici), dalla musica
da camera statunitense (Lisa Germano e Stan Ridgway su tutti), dall’hip hop e dal trip hop degli
anni Novanta (da lì deriva l’ethos nichilista e lo scat passionale e ballabile dei brani) e infine
dall’elettro-pop digitale italiano degli ultimi 10 anni (con una citazione doverosa per il mix fra art-
rock e il dadaismo ritmico dei Yuppie Flu e dei Campos e i beats digitali e retro del GDG Modern
Trio). In un disco contrassegnato uniformemente da liriche ora sarcastiche, ora lapidarie, ora
tenere con la voce ridotta a un bisbiglio o acconciata a un declamato drammaturgico, Succi riesce
a far coesistere il rap iniziale alla Tackhead di Povero Zio, l’elettro-pop di Algoritmo che ruba il
ritornello a We Are The Robot dei Kraftwerk, il dark punk marziale di Grazie Per L’Attesa, il pow
wow magistralmente contrappuntato da percussioni afrobeat di I Melliflui.

 

Il disco acquista maggior spessore nella seconda parte a partire dai due trip hop di Arti (con ritmiche in opposizione fra piano o chitarra e percussioni o elettronica orientaleggiante alla Japan) e La Risposta che
potrebbe essere il seguito di Arti se non si schiudesse improvvisamente in spirali noir denso di
inquietudini orrifiche, per proseguire col folk blues disarticolato di Grigia (dedicato all’amata-
odiata città di Alessandria), col chamber lied di Cabrio per piano, voce e archi dominato da un
generale senso di solitudine, concludendo infine con l’incubo futuristico di Meglio Di Niente che
sfoggia il meglio degli arrangiamenti dell’intero disco avvolgendo in una linea melodica catalettica
percussioni tribali, tremolii cupi di piano ed elettronica ariosa.

La bonus track Balene Per Me chiude il cerchio partendo come un post-rock e chiudendo con un pop jazzato. Succi ha applicato la lezione degli Slint (dissezionare la forma canzone per rifluire solo nei suoni) applicandola ad arrangiamenti ora briosi ora desolati pervenendo così a un’intrigante opera di avantgarde
musicale probabilmente in anticipo sui tempi. Danno una mano Tristan Martinelli (basso, tastiere,
piano, cori), Giovanni Stimamiglio (batteria, percussioni, cori), Ivan A. Rossi (Buchla Music Easel,
synth, campionamenti, basso e produzione dell’intero LP), Rodrigo D’Erasmo (archi), Andrea
Dellapiana (percussioni, cori). Succi canta e suona chitarra e basso ed è autore di tutti i testi.

di Alfredo Cristallo

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