LOLA AND THE WORKAHOLICS Romance

 

I Lola And The Workaholics sono un combo livornese che nasce dal quartiere della Fortezza Nuova,
storico punto di incrocio di culture e sonorità differenti. Il gruppo è nato nel 2018 dall’esigenza di
formare un’orchestrina dub. I protagonisti questa prima fase sono Giancarlo Di Vanni (il dub
master che si occupa delle ritmiche del gruppo) e il bassista Rolando Calabrò che sono le vere
anime dub del progetto. Inizialmente i due coinvolgono nel progetto la cantante Aurora Cosimi
Loffredi (ossia Lola) e dopo svariati cambi di pelle, il gruppo assume la forma attuale che vede
unirsi ai tre fondatori il violinista Steve Lunardi e il chitarrista Federico Silvi. Il loro primo album
esce agli inizi di novembre 2019, è intitolato Romance ed è completamente autoprodotto.
Partendo dal piglio coinvolgente, suadente e colorato delle orchestrine anni Cinquanta da ballo (e
da balera), la band riesce in questo primo lavoro a coniugare suoni esotici e sinuosi che incrociano
le progressioni melodiche e i ritmi sincopati del reggae di Bob Marley e dei Police, il dubstep
forbito fra rap e trip hop dei gruppi di Adrian Sherwood (primi fra tutti i Dub Syndicate e i New Age
Steppers), il dub intriso di soul dei primi UB40 e il reggae cantautorale ed ironico dei Pitura Freska.
Il formato è sempre imprevedibile e variopinto figlio non soltanto dei suoni provenienti dalla
Giamaica ma anche dal jazz e dalla world music retaggio presumibilmente dai viaggi fisici e
culturali dei membri del gruppo (tutti con esperienze precedenti invidiabili) fra Caraibi, Africa,
Berlino e Danimarca: è da questi ultimi due posti che proviene la propensione all’uso di servirsi in
maniera liberissima delle tecnologie elettroniche immettendo nel sound un colore e un
immediatezza allo stesso tempo sensuale e raffinato.

A parte la sezione ritmica dei due fondatori,
le vere star di questo primo lavoro sono Lola e il violinista Lunardi. La prima si esibisce in un tour
de force vocale che incrocia gli acuti impossibili di Antonella Ruggiero (la cantante dei Matia Bazar)
e l’ampiezza canora unita alla teatralità da diva di discoteca di Nina Hagen. Il secondo con il suo
violino inietta dosi di romanticismo e di sperimentazione all’interno degli arrangiamenti dandole
una qualità di avanguardismo che ricorda i Can della seconda metà degli anni Settanta. L’album si
sviluppa fra fantasie immaginifiche ed erotismo segreto snocciolando con la massima naturalezza i
pop dub di Diva (con violino prima classicheggiante e poi atonale), di Kiss Me (dove un’atmosfera
da cocktail lounge si tramuta in una danza orgiastica sfregiata da un violino spaziale) e di Lullaby
(con chitarra e vibrafono che tengono il ritmo su tonalità rurali quasi roots), il reggae meditativo di
Obvious e quello disco della title-track, il dub carnevalesco di Curry Muffin (un inno alla tolleranza
e all’antirazzismo), la marcetta dub terzomondista alla Clash di Libera e infine la cover di White
Rabbit che è (quasi ovviamente) un dub psichedelico che onora il classico di Grace Slick con
l’ennesimo incredibile tour de force vocale. Carica tribale, ironia dei testi, produzione luccicante e
tecnologica curatissima fanno di Romance un prodotto freschissimo che fa riflettere nel momento
stesso in cui lo ascolti e magari lo balli. I brani sono cantati in italiano, inglese e francese.

di Alfredo Cristallo

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