Filippo Poderini (classe 1985) è un musicista e cantante di Città Di Castello (provincia di Perugia).
Inizia a suonare la chitarra a 13 anni. Studia heavy metal, pop rock, funky. Nel 2004 registra un
disco punk con la band Tick-E. Studia poi jazz al Conservatorio di Bologna laureandosi nel 2011. Va
in tour con la No Money Band in Est Europa e suona musica acustica con Ljuba De Angelis
nell’Amarchor Duo. Dal 2017 inizia a fare concerti da solo e produrre dischi. Dopo alcune date a
Roma e Praga, pubblica due dischi con lo pseudonimo iF L (Irony & Sorrow e Acoustic Dj) Arrangia
poi il disco Altrove col due elettrorock Algo Vuol Dire Qualcosa. Nel 2020 esce finalmente col suo
nome il suo primo disco solista che s’intitola Moshi Moshi Pronto Pronto che viene pubblicato il 22
maggio 2020 per la Microsolchi. L’album è fondamentalmente un disco di trap arrangiato con
chitarre minimali, elettronica spesa a piene mani, sintetizzatori nebbiosi, arpeggi decadenti e
qualche arrangiamento d’archi ma sempre pervaso da un senso di malinconia e nostalgia. Più che
un disco da ballare in discoteca sembra qualcosa da ballare da soli nella propria stanza con le
cuffie e le tendine abbassate. Pur conservando l’assunto di una musica senza nerbo e senza vere
fondamenta armoniche, il suo sound punta direttamente al pathos con textures che a dispetto
delle ritmiche della trap vaga senza centro di massa pur costruendo composizioni coesive rispetto
alla semplice esposizioni di umori e trascendendo attraverso una sottile produzione tecnica le
radici di funk, hip hop, synth pop e reggae. In un unico maelstrom sonoro affondano la trap con
base sincopata tipica del reggae di Vuoto e quella più sintetica di Ogni Tuo Difetto, il pop
cantautorale da cameretta di Cervia e Glide, la folktronica con tocchi psichedelici di Telefono Disco,
il salmo funebre a passo di trip hop di Idiomatik, la glitch ambientale di Migliaia Di Metri (con coda
da dancefloor), il synth pop glaciale (anche questo con coda dance) di Animo, la miniatura astratta
di Dialing Bill (meno di due minuti) e qualche incursione nel rock cosmico (Elettrolisi e Io So Che Tu
Lo Sai che è parlato più che cantato). In certi momenti si intuisce un programma post-moderno ma
l’operazione di Poderini punta semmai alla dissolvenza totale e all’obliterazione dei segni che
vengono lasciati affondare in una perenne malinconia attraverso l’uso di una stratificazione
armonica verticale dei suoni. Moshi Moshi Pronto Pronto è una disquisizione perfetta per
fotografare l’attuale periodo di lockdown. Chissà che non abbia in realtà inventato un nuovo stile.
di Alfredo Cristallo