I Chien Bizarre sono un gruppo marchigiano di alt rock proveniente da Macerata. Sono nati nel
2014 in forma di quartetto poi evolutasi in una line – up a cinque comprendente Mauro Mosciatti
(voce, chitarra), Lorenzo Eugeni (batteria, Graziano Ridolfi (tastiere), Simone Freddi (basso) e Carlo
Ciarrocchi (chitarra). Il gruppo ha fin dall’inizio assimilato le esperienze precedenti dei diversi
membri (Madame Web, Swell 69) sintetizzandolo in un rock dal sapore indie che riprende
esperienze italiane (Timoria, Litfiba) e straniere (Led Zeppelin, QOTSA). Hanno prodotto il loro
primo lavoro intitolato I Migliori Esemplari nel 2015 e il loro secondo album nel 2017 col titolo di
Outsider: dieci brani inediti con una ricerca musicale e armonica personale e testi in italiano che
affrontano temi come la costruzione dell’ego, la voglia di affermarsi e la precarietà delle relazioni
umane. Il meglio il gruppo lo dà dal vivo come dimostrano i successi come dimostra la
partecipazione alla finale regionale di Sanremo Rock festival e Arezzo Wave 2018 e la vittoria al
Lorenzo Live Rock Days 2017. Nel 2019 hanno continuata l’attività live con la partecipazione alle
finali del contest Marshall e alla finale interregionale dell’European Social Sound. Nello stesso
anno hanno iniziato la registrazione di un nuovo EP che dovrebbe essere la prima parte di un
concept album. L’EP col titolo di Mostri è uscito nella prima metà di marzo 2020, con personaggi di
questo EP che appartengono al genere fantasy horror ed è totalmente autoprodotto. Dal punto di
vista musicale il nuovo lavoro (5 brani per venti minuti complessivi di musica) si mantiene
all’interno del folkpop alla Juliana Hatfield e dell’ hard rock trascinante di Liz Phair, lambendo il
pop romantico e sostenuto dei primi Orange Juice.
E’ fin troppo evidente che il gruppo ha studiato attentamente la storia del rock in fatto di arrangiamenti visto che i brani risultano sempre vari e anche decisamente accattivanti. Si inizia con Il Mostro, un mix fra hard rock e pop d’assalto alla Bandabardò, si prosegue con il pop romantico di Vampiri che rastrella spunti dal synth pop
psicanalitico dei Tears For Fears, introducendo i successivi brani che costituiscono un buon
equilibrio fra hard rock e progressive britannico (la ballata alla Ligabue di Spettri e Frankenstein
che somma un intro prog alla Banco Del Mutuo Soccorso, uno sviluppo pop reggae alla Police e
una coda hard prog alla Uriah Heep. Chiude l’hard prog Zombie dal sapore vintage. Davvero buona
la vena elettrica e l’esecuzione tecnica. Il lavoro si inserisce in un filone ampiamente battuto
quello del rock alternativo italiano tuttavia bisogna ricordare che fa parte di un progetto di più
ampio respiro. Aspettiamo quindi le prossime puntate.
di Alfredo Cristallo