LAIKA FLEE Sorte

I Laika Flee sono un trio umbro (provengono da Terni) formatisi nel 2014 da un nucleo originario formato da Federico Madolini (chitarra) e Thomas El Honsali (basso e voce). Il duo inizia a comporre i propri pezzi lavorando in sala prove fino al 2016 quando si aggiunge Alessandro Medori (batteria e voce). Ci vorranno ben 4 anni prima che il gruppo assuma uno stile musicale ben definito e porti a termine la stesura dei pezzi che vengono poi registrati in soli 5 giorni ai Metrodora Headquarter da Giovanni Natalini (Giangi) e Alex Sciamanini. Il risultato è il loro primo album intitolato Sorte che esce il 25 ottobre 2020 con la produzione di Natalini e dello stesso gruppo. Il sound dei Laika Flee è aspro, tagliente e si mette a cavallo fra il post rock, lo shoegaze, la psichedelia ambientale e il noise. La scelta è quella di convogliare temi tipicamente giovanili come la rabbia e la disperazione in un sound catastrofico che passa facilmente da atmosferici suoni chitarristici a infernali muri di distorsioni. Estese tecniche minimaliste delle chitarre unite
all’apporto di una sezione ritmica di prim’ordine fantasiosa e assordante, creativa e disinvolta danno vita a una prassi di improvvisazione/composizione tipica del post rock contemporaneo dopo che queste è stata affinata nel corso dei secoli dalla musica classica (che le ha regalato la fantasia) e dal jazz (col ricorso all’improvvisazione). Il sound impazza dunque fra dinamiche selvagge, ruggisce improvvisamente in colossali accelerazioni shoegaze portate alle estreme
conseguenze (cioè a un passo dal noise dei Sonic Youth) e in sbalorditivi caroselli di sonorità per spegnersi improvvisamente come se la musica volesse ritirarsi attraverso una metamorfosi graduale verso magie evocanti mistero e suspence. Atmosfere allucinate e ritmi in perenne delirio sono la costante del loro tetro rosario pur compresso in brani brevissimi (solo un pezzo su 9 supera i 4 minuti): la tipica composizione dei Laika Flee è una fiamma esile che alimenta un crescendo marziale che collassa in un ulteriore cacofonia o in una fragorosa esplosione dai toni hard/psichedelici. Questa sfibrante corsa verso l’autodistruzione che aggiorna l’incalzante ritualismo orrifico dei Sisters Of Mercy e la tensione emotiva dei Moonshake esordisce col boogie sintetico su accordi fratturati di Addio (che col suo minuto e 17 secondi funziona come introduzione all’oscuro cerimoniale) per passare poi senza problemi al dark punk italiano anni Ottanta di Rimpianti e Non Sei La Sola, al post rock infiltrato da ritmi tribali di Buio e Cosa Vuoi, allo shoegaze di Supereroi (nobilitato da un preciso uso del flanger), al mix fra post rock alla
Mogwai e post punk alla PIL di Al Largo Delle Antille per quietarsi come d’incanto col rock fiabesco alla Genesis di Fuggi e con la sarabanda finale di Andrà Tutto Bene (la frase tormentone di questi tempi) che si scioglie in delicati impressionismi chitarristici. Viscerale quanto morboso il primo LP dei Laika Flee è un ottimo biglietto di visita per una band che potrebbe diventare insieme ai Northway (recensiti su Micsugliando qualche settimana fa) fra gli alfieri del post rock ambientale italiano nel prossimo decennio.

di Alfredo Cristallo

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