Il tempo scorre fino al 25 aprile 2017. Alla manifestazione tantalanese della Liberazione dal Nazifascismo.
L’Amica, con la quale avevo bevuto quell’amaro caffè di qualche anno fa, mi aveva confermato quell’atroce dubbio, che da anni avevo archiviato come “Voce destinata a riecheggiare nelle menti di chi mal pensa senza conferma certa”. Ebbene, proprio lei, aveva esplicitato il sospetto infondato della mia conversione ad un gruppo neofascista.
Per la cronaca, devo fare ricorso a tutta l’obiettività in mio possesso, per raccontare l’accaduto.
Con una compatta digitale, stavo scattando delle foto al picchetto d’onore dell’annuale ricorrenza pubblica, per fissare nella memoria personale anche questo giorno. La mia serietà m’impone di non ritrarre persone specifiche, tuttavia dovevo averla infastidita ugualmente, e stizzita, mi aveva chiesto sull’utilizzo delle foto scattate, puntualizzando il fatto di avermi immortalato col suo invadente smartphone. Quell’amichevole monito, era stato un tonfo al cuore! Se solo me lo avesse detto un perfetto sconosciuto, gli avrei risposto che la manifestazione avveniva in pubblica piazza e alla luce del sole, ma dalla sedicente Amica, mai mi sarei aspettato quell’atteggiamento diffidente. Come non mi aspettavo l’accusa finale, sferrata improvvisamente, sotto la cappa omertosa calata intorno a me, dalle Compagne e Compagni vicini.
È molto curioso come tali campagnoli associno il colore della pelle; o un comportamento equivoco; o l’abito indossato, ad un determinato pensiero prefigurato, soltanto perché essi vedono soltanto quello che vogliono vedere, proiettando nel futuro visioni distorte sull’altrui persona che ignara riaccende quel fuoco bilioso degli stolti in agguato. Quell’ignara persona non sarà pronta all’aggressione verbalmente, o alle sprangate, se la bile del campagnolo è tanta quanto l’ignoranza.
I campagnoli dal temperamento focoso, sono predisposti a fare i Kapò o Delatori volontari per la prossima dittatura!
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