LILA ENGEL Labirinti/Lallazioni

Lila Engel da dove provengono ? Beh ne sappiamo veramente poco ma potrebbero essere di
Padova.

Quello che sappiamo è che il loro primo disco Labirinti/Lallazioni è uscito il 20 Ottobre
2020 solo su cassetta per la Skank Bloc Records, è una one-man band e il one-man è Lapo Boschi
che firma tutti i brani, canta, suona basso e synth (un AKAI MPX8), si occupa dei campionamenti
mentre Hijiri Shimamoto si occupa della batteria nei primi 4 brani (quindi i 4/5 del lato A) e della
chitarra in un brano della seconda facciata, Petrina è al synth, chitarra e voce e Broncos è alla
chitarra in un solo brano della seconda facciata. Lo stile di Lila Engel risente sicuramente
dell’influenza dei CCCP ma le scelte stilistiche sono in realtà molto più raffinate e si riallacciano
semmai al post punk italiano (ad esempio i Confusional Quartet, i Die Form e i Rinf) e britannico
fine anni Settanta/primi anni Ottanta e anche se vogliamo all’avanguardia Krautrock degli anni
Settanta e persino al vintage pop britannico anni Novanta. Il mix pesca sicuramente dalle iterazioni
di feroci pattern percussivi squarciate da lancinanti interventi di chitarra e synth che non
concedono nulla alla melodia e al sensazionalismo e nello stesso tempo disegnano un iperrealismo
angosciato. Ma questo è ancora solo l’assaggio prima del pranzo.

 

Questo substrato è ulteriormente complicato dall’innesto sul fusto post punk di fughe free jazz, cacofonie e ballate
con egual disinvoltura (come nel folk oscuro e tenebroso di Mattomatte il brano d’apertura). Il
repertorio comprende brani che sono stravaganti al limite del dilettantismo, uragani di aberrazioni
sonore imbastiti su un accumulo disordinato di tribalismi orgiastici, distorsioni perverse alla
Stooges e licenze musicali da far arrossire il free jazz. Sono capolavori di nonsense che massacrano
la forma-canzone a beneficio di una concezione piu` "aperta" del brano musicale o affreschi
surreali che le trovate ritmiche, melodiche ed elettroniche tendono a rendere sistematicamente
camaleontici : la loro è una musica anarchica, schizoide e goliardica che funge da sutura fra la
cultura freak (quella più sperimentale tra l’altro) e quella punk. Appartengono a questo canone
ben 6 brani su 9 dai dark punk di Lallazioni a quello di Solfa immerso in atmosfere noir con synth
futuristici alla Stereolab, il post punk squilibrato di (Thè Imbarcato In Un) Trip, il dub sintetico con
synth futuristico di Rosamostro che avrebbe fatto felici i P.I.L., il voodoobilly di Ari Ari Hurry On e il
trip hop sintetico di Pugni che stipa insieme l’anarchia dei Volfango, un piano romantico e un
valzer alla CCCP. Gli ultimi due brani Satori e Low Cost sono puro CCCP e (per non farsi mancare
nulla) ancora Volfango. Come che sia Lila Engel presentano composizioni fra le più eretiche e
squilibrate di quest’epoca e nello stesso tempo un affresco potente e altamente convincente
dell’alienazione e dell’angoscia nell’evo post postmoderno. Ah dimenticavo: il nome Lila Engel
proviene probabilmente (niente è certo con questo gruppo) da un brano dei Neu! (krautrock
d’avanguardia anni Settanta, ricordate ?).

Alfredo Cristallo

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