Vic Petrella è il nom de plume di Vittorio Petrella compositore foggiano nato nel 1996. Legato fin
dalla più tenera infanzia alla musica rock e al metal grazie alla possibilità di saccheggiare la
discografia del padre, viene invece indirizzato agli studi di pianoforte classico. A 22 anni
abbandona gli studi al conservatorio per dedicarsi agli studi di archeologia all’Università di Foggia
dove si laurea nel 2019. Non abbandona però le sue passioni musicali e dopo aver militato in
alcune band della zona come tastierista e arrangiatore, decide di iniziare una carriera solista
pubblicando nel maggio del 2019 il suo primo demo intitolato Demo-01 registrato in casa e
completamente autoprodotto, di cui cura tutte le parti strumentali e vocali. Il suo lavoro viene
notato dal produttore ferrarese Massimiliano Lambertini che lo invita a registrare nel suo studio
Natural Headquarters a Ferrara il suo secondo lavoro un EP di 4 pezzi intitolato Sperimentalist che
esce il 30 ottobre 2020 distribuito dalla Resisto Records. Attualmente Vic Petrella continua i suoi
studi di archeologia all’università di Padova (frequenta il corso di laurea in scienza
dell’archeologia) ma continua ad occuparsi della sua musica che è un mix fra post-rock, musica
elettronica, pischedelia e musica sinfonica. Questo percorso lo pone in un certo senso come
continuatore delle esperienze di gruppi italiani di acid rock degli anni Novanta come gli AFA (Acid
Folk Alleanza) e Casinò Royale e sperimentatore delle sintesi operate fra pop e tecniche digitali
sulla scia di artisti italiani emergenti come Sequojah Tiger e Alexein Megas (ambedue recensiti su
Micsugliando).
Il background iniziale di Petrella è sostanzialmente un pop allo stesso tempo
ballabile e atmosferico in egual misura debitore della discomusic, del modernismo punk e del rock
psichedelico ma soprattutto radicato nel brio adolescenziale. Questi elementi si compenetrano in
diverse maniere per dar vita a pastelli ariosi ed elettro-melodici (come in Brian Eno). Da qui
tuttavia Petrella alza ulteriormente il livello qualitativo dei suoi arrangiamenti ricorrendo a finezze
orchestrali, pattern metronomici, ritmiche tanto sofisticate quanto sconcertanti, textures
abbondanti e addensate, jamming fluide ed elettronica filosofica che insieme attentano
costantemente a qualsiasi senso dell’orientamento che la musica occidentale può aver generato
negli ascoltatori. Il suo post-rock è in un certo senso un superamento delle tipiche melodie pop nel
momento in cui le canzoni sono entità organiche che fioriscono nello stesso momento in cui si
sviluppano. Gli elementi che lo compongono sono in perpetuo movimento per il gusto di non
collassare i suoni statici e dai contorni definiti. Il gusto per le melodie disgiunte appare fin dal
primo brano Red Zone (dedicato alla pandemia COVID), un prog-rock ambientale con sviluppo
strumentale a metà fra il post rock dei Mogwai e la psichedelia degli Stone Roses a cui gli inserti
vocali (parti registrate di comunicati di premier europei sul COVID) aggiungono un ulteriore tasso
di angoscia. Il secondo brano Under The Stars (primo singolo estratto con tanto di videoclip girato
da Ilaria Passiatore) che parla della piccolezza dell’essere umano di fronte all’immensità
dell’universo è un post-rock genialmente infiltrato dalle tecniche rave up dei Primal Scream. Al
terzo brano Historia Magistra Vitae (una denuncia della prassi quotidiana di eliminare le ore di
studio della storia e della storia dell’arte) si cambia di nuovo registro affidandosi a un acid house
con propulsioni motorik alla Neu !. Chiude il lavoro Nature un inno a Madre Natura in un’ottica
devozionale e di rispetto dove un lied romantico per piano si muta impercettibilmente ma
inesorabilmente in un pop dissonante e minimalista alla Bjork. Volendo conferire a Petrella un
ruolo da musicologo, si potrebbe dire che il suo metodo consiste nel sopraffare quantitativamente
gli accordi necessari per creare una canzone con un nugolo di eventi alternativi. L’EP è stato
prodotto da Michele Guberti, Vic Petrella e Massimiliano Lambertini.
di Alfredo Cristallo