Structure è il nickname dietro cui si nasconde, il musicista, compositore e sound designer milanese
Stefano Giovanardi. Giovanardi ha iniziato a comporre musica a 17 anni ma ha poi seguito la
carriera accademica (è ricercatore e docente di biologia), pur mantenendo saldi legami con
l’ambiente musicale. Fra il 1984 e il 1989 ha aderito al progetto Texcoco con cui ha pubblicato un
primo tape intitolato Gather Up The Threads (1986) influenzato dalla scena new wave
d’avanguardia italiana fine anni Settanta e Ottanta. Contemporaneamente fra il 1985 e il 1986
suonava con i Braque un complesso new wave (con un giovanissimo Cesare Maria Malfatti) col
quale pubblica il tape Book (1986).
Fra il 1991 e il 2009 fa parte del duo Elettro band che mescola new wave ed elettronica coi quali pubblica tre album QPO (2001), Eos (2007) e Bedtime Serenade (2009). Fra il 2011 e il 2015 è cofondatore della band new wave e industrial The Psychophonic Nurse coi quali pubblica l’album Spacemaker (2013). Nei due anni successivi lo ritroviamo nelle vesti di produttore e collaboratore con i Zidima, Cesare Malfatti e Alex Cremonesi (ha collaborato estensivamente all’ album La Prosecuzione Della Poesia Con Altri Mezzi già recensito su
Micsugliando). Nel 2017 partecipa col brano Grisp alla compilation Otto Anni E Non Sentirli Vol. 2della Ephedrina Netlabel.
Nel 2019 pubblica con Luca Lezziero l’album Due e il brano Capped incluso nella compilation Mostlicciatoli sempre della Ephedrina Netlabel. Nel 2020 pubblica il suo primo album solista come Structure intitolato Mindscore a cui segue il secondo LP per la Riff Records intitolato XX che esce il 5 marzo 2021. XX è un prodotto che nasce dalla collaborazione di Structure con 10 artiste femminili che hanno collaborato arricchendo i brani con parti vocali, melodie e arrangiamenti cercando di interpretare ognuna a loro modo i pattern sonori proposti da
Giovanardi. Per questo nuovo album, Structure presenta una carrellata di scenari spaventosamente deteriorati e disumanizzati interpretati tanto come sintesi dei rumori del mondo industriale quanto come trascrizione astratta della deviazione mentale causata dall’alienazione prendendo a prestito le esperienze del rock industriale britannico dei primi anni Ottanta (Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire, Clock DVA), il synth pop d’avanguardia italiano fine anni Settanta inizi anni Ottanta (Neon, Victrola, Rats, Kirlian Camera, Tasaday, La Bambola Del Dr.
Caligari soprattutto), il minimalismo e l’industrial italiano anni Novanta e Dieci (Alex Cremonesi,
Officine Schwartz) e il synth pop europeo anni Novanta nelle sue forme più accattivanti (Bjork),
ancestrali e melodiche (Aurora Sutra) o celestiali e soprannaturali (Bel Canto). Questa tavolozza
viene aggiornata al presente attraverso progressioni ritmiche come il trip hop (Everything Comes &
Everything Goes con battito metronomico e vocalizzi alla Cocteau Twins, White Peacock un lied per
synth, piano e voce glaciale alla Sisterhood, Più In Là con tracce di esotismo) e il drum’n’bass (NPV
e XXY) oppure attraverso soluzioni melodiche ora efferate come la trance pop industriale alla Nine
Inch Nails di Miss Cervello, ora cupe come il mix fra dark ed esotismo di Lasciami La Mano o fra
dark e ambient di Phosphorous o ancora con arrangiamenti creativi che tengono insieme musica
industriale (con tanto di rumori striscianti e geyser elettronici) e cantato soul (Negotiation) o
atmosfere da incubo sovrapposto a un semplice cantautorato italiano anni Sessanta (Marte). Con
questa tavolozza multicolore e multisensoriale Structure prova a immaginare un affresco potente
e geniale dell’angoscia nell’era postmoderna (tanto più in questo preciso momento storico !)
dimostrando un talento da drammaturgo nell’interiorizzare la paura. L’atmosfera funerea che lo
avvolge, il lirico fatalismo che lo sovrasta, la tensione drammatica onnipresente e l’espressionismo
agitato di tanti suoi numeri sottendono in XX un senso epico e titanico della condizione umana che
ne fa in realtà un commosso tributo alla tragedia di esistere. Le artiste che hanno collaborato sono
Barbara Cavaleri, Chiara Castello, Ely Nancy Natali, Francesca Bono, Francesca Palamidessi, Laura
Boccacciari, Manuela Pellegatta, Maria De Vigili, Sara Carcristi e Verdiana Raw.
di Alfredo Cristallo