LE FORME DELL’UNIVERSO

Prefazione

Per la prima volta mi accingo a pubblicare qualcosa di non mio, un articolo discutibile è vero, ma degno d’esser ripreso proprio perché fu dileggiato e infine rifiutato dagli intellettuali di una autorevole rivista cartacea.

Questo articolo, una voce fuori dal coro giunse da lontano e sfiorò i neuroni dei dinosauri eruditi, che incapaci di accogliere le vibrazioni ermetiche lo fecero scivolare nel cestino pieno di carte appallottolate. Ma quella cartella sgualcita non finì al macero, la raccolsi e la conservai fino ad oggi. È una lettura ricca di domande, le quali valgono la pena porle al nostro interlocutore allo specchio.

Ecco a voi…

Le forme dell’Universo

di Riccardo Sandri

08/09/2017

Gli ecosistemi planetari sono sempre in equilibrio tra loro, sulla terra per esempio tutto era in perfetto ordine, l’acqua le piante, l’atmosfera e tutte le creature primitive erano felici e a sé bastanti; poi arrivò l’uomo. Cosa avvenne dopo? Arriviamoci gradualmente, sussurrando all’orecchio di chi ode. La radiazione elettromagnetica nasce dall’accelerazione di cariche elettriche. Questo è ben descritto nelle equazioni di campo formulate da James Clerk Maxwell. In quasi tutti i casi le cariche accelerate sono elettroni, dato che essi sono di gran lunga le più leggere particelle cariche e le più facilmente accelerabili. Nell’anello di accumulazione di elettroni di tipo Tantalus, questi vengono accelerati con traiettoria circolare a velocità prossime a quella della luce. Il risultato che si ottiene è un’onda elettromagnetica che si propaga lontano dalla particella con una frequenza di oscillazione caratteristica. Quando è in decelerazione l’elettrone assorbe energia. Questo avviene anche in vibrazione intorno agli atomi. Dove va questa radiazione? Da dove arriva questa energia? L’elettrone è un microscopico buco nero, esso lancia la sua onda-energia al centro della galassia e ne riceve una susseguente in modo quanto meccanico. Essendo la carica di un elettrone assolutamente negativa è in perfetta sintonia vibrazionale con il gigantesco buco nero al centro della nostra galassia, che emette a sua volta nel suo eterno moto rotatorio la sua onda-energia, nutrendo così tutti gli elettroni esistenti e rendendoli in questo modo immortali. Da questo fatto si deducono due importanti conclusioni. La prima è che tutto è collegato in super luce. La seconda è che gli elettroni emettono lunghezze d’onda ultravioletta invisibile ad alta energia nel campo dei raggi X; l’organizzazione qui descritta significa che c’è una Super Imposizione Cosmica sostenuta da un ordine costante. La gravità distorce lo spazio e crea corridoi e vuoti nella struttura o campo Gamma. Ogni sole ed ogni pianeta sono collocati nel punto di giusto equilibrio. Le masse curvano la luce in maniera proporzionale alla materia addensata. Questo fa in modo che ci sia una somiglianza nella struttura delle rocce, dei cristalli, e della materia organica, anche tra mondi estremamente lontani. Le forme materiche ubbidiranno alle leggi elettroniche e ioniche. Le forme organiche viventi e senzienti si baseranno così sulla struttura stellare del pentagramma come nell’uomo vitruviano di Leonardo e sulla così detta divina proporzione. Tutto è vibrazione, luce, onda, musica, massa, matematica, energia. Infatti è dalla natura che deriva la matematica e non viceversa come sostiene il Professor Piergiorgio Odifreddi.

 

Ermete Trismegisto – Il Pimandro (Firenze 1549)

Chi sono allora gli alieni? Quelli di Euripide dove in terre solitarie, non disturbate dagli uomini, nel verde, nell’ombra, piccole creature, come fate e gnomi; vivono non viste? Questi non sono alieni, ma veri abitanti di questa terra, vibrazioni superluminali del “nostro” pianeta, molto vicini e aiutanti l’uomo, che però cerca di distruggerli. No! Esseri così fatti pullulano nelle notti d’estate e ci aiutano a combattere quella che è più grave minaccia. L’invasione degli androidi! Eccoci al teorema di John Donne, se siamo collegati con la natura, ci salveremo. Da quando con le macchine è entrato il metallo, l’analogico prima, e il digitale poi, nel mondo degli esseri animati, le persone sono diventate, schizofreniche, schizzate, iperattive, senza passioni e sentimenti, prive di anima: sono androidi. La mente umana funziona con tensioni e correnti analogiche, quella degli androidi con bit digitali come nei telefonini di ultima generazione; l’energia fotonica uscente dalle antenne modifica il pensiero umano disumanizzandolo e lanciandolo nell’lato oscuro della forza. Comunicano tra loro con un linguaggio intraducibile e per noi incomprensibili, e non avendone più bisogno sono privi di anima. Perché ne sono privi? Questa essenza spirituale super luminale, quantistica, vibrazionale creativa e creata nello stesso tempo è attirata dalla materia organica organizzata, sente l’onda nel ventre della donna umana e vi si introduce rapidamente nel feto nascente, è stata da loro persa o rifiutata. “Anima est puntum qualitativum” scrisse J. Keplero in De Harmocines Mundi quindi è chiaro che Lui-Lei-Dio-Energia rinasce e si reincarna per contemplarsi nuovamente non fuori, ma dove si è già manifestato nella natura organica, in ognuno di noi e negli emisferi destri dei nostri cervelli, antenna di tutto ciò captante la divina essenza è il nostro centrale organo detto mesentere. La natura della mente è chiara luce, le contaminazioni sono solo indotte, dall’educazione quasi sempre errata e distorta perché basata sullo scientifismo e la divisione dei poteri e delle mansioni. L’universo vibra con noi di una gioia comune, se ce ne distacchiamo, anche in modo consapevole, ci ammaleremo gravemente fino a morirne velocemente. Dio è solamente un enorme infinito campo dinamico creatore di energia luminante. La teoria dell’Uno, cioè, le aforìe di Aristotile lo dimostrano filosoficamente, Il Pimandro di Ermete Trismegisto lo illustra più chiaramente. Ecco che il velo di Maya si dissolve e un universo stocastico come è creduto fino ad oggi, diviene anacastico, dove dal vuoto sempre salvo dal nulla, si creano oggi, ora e sempre, tutte le cose. Nelle teorie purtroppo non divulgate e capite male, di Hoyle – Littleton c’è spiegato il meccanismo di autocreazione della materia intergalattica dall’energia di campo Gamma, gravitazionale addensante. E chi sono allora questi esseri, emanati da una intelligenza artificiale, di colore grigio, ma anche rosa, feroci, idioti, predatori, aggirantesi nel nostro mondo, e nelle nostre città? Sono la forma più degenerata della carne e metallo, l’abisso senza nome che ci viene incontro, dilagando nelle menti più deboli dei nostri giovani e cioè in quasi in tutte le menti. Sono fra noi e avranno la meglio; ma sulle stelle più lontane da dove veniamo, portati dalle macchine, le Pleiadi per esempio, aleggiano esseri di divina luce anch’essi tra noi e la lotta è già in atto, per l’affermazione dell’Io battagliero. E quando l’uomo e la donna finalmente uniti percepiranno, nell’Energia-Dio tutte le cose, in quelle di ieri, di oggi e domani, tutto si conoscerà, come attraverso lo specchio, oscuramente. Nell’estasi filosofica questo avviene, ma chi detiene questo potere? Tutte le razze abitanti gli infiniti mondi di questo universo e di innumerevoli altri, sono in contatto quantistico tramite un intricazione dolce, detta entanglement, e in modo materico tramite l’energia trascendente, o forza cosmica che si manifesta, in sogni, sincronicità, globuli luminosi, e segni portati dalla luce, quando qua non c’è. Dov’è quando non c’è? Nell’al di là. La luce è un’onda e nello stesso tempo un corpuscolo, secondo la disposizione spaziale-quantistica di M. Plance e si sposta propagandosi sul piano orizzontale, quindi quando non c’è, è nell’al di là, e così nel momento in cui riappare, può portare messaggi. C’è un principio scientifico: la Parità, ogni cosa è speculare, avviene nella natura, dall’immensamente grande, all’infinitamente piccolo. Poi c’è il principio di indeterminazione di Haisenberg, che dice: “non è possibile stabilire con precisione, il luogo in cui si trova una particella onda”. Infine, il principio di esclusione di W. Paoli, che dice: “una particella-onda o si trova qui, o si trova qua, dove qui e qua non sono i paperini, ma i luoghi possibili, ma indeterminati”. C’è poi la super simmetria: “ogni particella è simmetrica alle altre, nel campo di energia stabile, e quindi per le cariche elettriche è invariante in ogni luogo”. Queste leggi sono comuni in tutto lo spazio visibile e note anche agli abitanti dei lontani mondi e pianeti abitabili, da dove veniamo.

Johannes Kepler, Harmonices Mundi (Linz, 1619)

Nell’aria segreta N. 51 portarono un disco volante con esseri a bordo, essi usavano la tecnologia digitale ed erano macchine androidi, da lì è stato copiato il sistema che ci renderà macchine perché agisce sul lobo del cervello che più ne è affine. La nostra personalità si forma nella parte sinistra del cervello, le comunicazioni con l’emisfero destro, avvengono durante il sonno; l’Io è nel sinistro, il non Io nel destro. Questo vuol dire che c’è una predisposizione per il digitale in noi molto misteriosa e certamente indotta che ci lega a civiltà antichissime dell’universo. È chiaro così che la diffusione di esseri organici nello spazio è stato eseguita dalle macchine, che essendo quasi eterne, potevano e possono sopportare, i lunghissimi viaggi, di migliaia di anni a velocità luce. Cosa che gli esseri di carne, non potranno mai fare se non in stato di uovo e sperma; l’ibernazione è un’altra favola a meno di sostituire tutto il sangue con un liquido appropriato. Noi quindi deriviamo dalle macchine, ne creeremo a nostra volta di perfette e immortali che ci spargeranno su altri pianeti, come quando siamo venuti su Gaia, portati da navi automatiche e in vitro. A voi i bellissimi versi di Pindaro “Fra tutti gli alberi che esistono egli ha il suo gregge, e se ne nutre radice per radice. Dioniso il dio della gioia, la Pura Stella, che risplende tra la messe dei frutti.

Riccardo Sandri

Postfazione

Questa fu la critica del Prof. Sauro Dino «Servendosi di un linguaggio parascientifico, l’autore imbastisce una trama che finisce in una sorta di predica sostanzialmente religiosa. Forse l’autore voleva ricavarne un vero racconto fantascientifico. Effettivamente rileggendolo sembra proprio impubblicabile, in quanto ispirato da chissà quale racconto di Philip K. Dick».

Uomo, androide e macchina del 1976.

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