Marco Ongaro è un artista, cantautore e musicista veronese. Dopo un’esperienza di musicista da discoteca col soprannome di O’gar (1 LP e tre singoli pubblicati), ha intrapreso nel 1987 una carriera solista come cantautore nel 1987 pubblicando l’album Al che gli è valso il Premio Tenco come migliore Opera Prima. Nel 1990 pubblica il suo secondo album Sono Bello Dentro (che contiene il brano Artista Moribondo dedicato a Pietro Ciampi), a cui segue l’album Certi Sogni Non Si Avverano (1995) che contiene il brano Spero Tu Stia Bene dedicato al fratello scomparso nel 1982. Si ritira dalle scene artistiche per 5 anni riemergendo nel 2000 quando scrive testi e musiche per l’album Lasciatemi Vivere di Grazia De Marchi a cui segue l’album Shakespeariana una raccolta dedicata all’eroine del Grande Bardo e cantato da Giuliana Bergamaschi. Torna alla carriera solista nel 2002 con l’album Dio ‘E Altrove. Successivamente la sua carriera si svilupperà verso altri piani creativi che applicano la tecnica poetica e musicale al teatro con testi, musiche e drammaturgie per spettacoli teatrali (Anch’io Ti Amo, Casanova, il concept multimediale L’Arte Della Fuga) e dal 2004 anche alla commedia musicale (La Cena Della Sposa). Prosegue poi la sua attività come autore di testi, scrittore di poesie, narrativa e libretti d’opera e racconti. Nel 2005 pubblica l’album Archivio Postumia e nel 2007 il concept album sul proibizionismo intitolato Anni Ruggenti (con la Storyville Jazz Band) due lavori che testimoniano il suo interesse per la musica jazz. Nel 2009
presenta lo spettacolo multimediale L’Alba Della Libertà premiato con la Medaglia Della Presidenza Della Repubblica. Nel 2010 pubblica il suo nuovo album Canzoni Per Adulti. Prosegue nei successivi 6 anni la sua attività in ambito teatrale, come librettista, saggista, e scrittore di opere. Nel 2016 esce il suo nuovo album Voce. Ritorna poi alla sua attività di saggista fino al 2018 quando pubblica il suo decimo album Il Fantasma Baciatore. Torna poi all’attività di librettista d’opera e pubblica nel 2019 il suo nuovo album Hotel Bella Italia (contenente la trasposizione in italiano del brano Hotel California degli Eagles). Ritorna poi all’attività teatrale e quella di compositore di musica sinfonica. Nel 2022 pubblica per la Vrec il suo nuovo album intitolato Solitari che esce il 25 marzo con la produzione di Gandalf Boschini e la collaborazione del gruppo prog-rock dei Logos. Artista eclettico e poliedrico, Ongaro ha dato vita a un lavoro tenacemente ancorato alla tradizione cantautorale italiana anni Sessanta e Settanta (la title-track intrisa di nostalgia e con assolo di sax profetico alla Van der Graaf Generator, l’ariosa Ricominciando, la ballata autunnale L’Attesa, Parcheggiare A Delfi con chitarre alla Branduardi) con frequenti incursioni nel prog- folk (A Ritroso con chitarre westcoastiane, Rimasta Qui). Le chicche sono A
Ritroso Reprise un canone romantico per voce, organo e chitarre, e Metaforica Bionda un boogie con venature prog e chitarre southern rock che fra tutte è la canzone più atipica e ovviamente è anche la più divertente del lotto. L’album scorre fluido e testimonia l’amore di Ongaro per mostri sacri come Tenco e Ciampi a cui l’autore aggiunge frequenti digressioni per il prog italiano anni Settanta(Banco Del Mutuo Soccorso innanzitutto ma anche gruppi meno conosciuti come Quella Vecchia Locanda, i Metamorfosi e gli Alphataurus. Il mondo di Ongaro è quello di un’eremita
francescano inebriato dalla natura e in attesa di un paradiso immanente con brani tintinnanti di romantica introversione fra tenere serenate, ballate malinconiche ed esistenziali e idealismo trascendente. Come già detto lo accompagna il gruppo progressive dei Logos: Luca Zerman (tastiere), Fabio Gaspari (chitarra), Alessandro Perbellini (batteria), David Cremoni (chitarra elettrica), Marisa Pasquali (violino), Giacomo Cazzaro (sax), Adam Clarke (cornamusa), Barbara Lorenzato (cori), Erik Boschini (pianoforte), Luca Sanmartin (basso, programming). La versione in CD contiene due cover La Chanson De Prevert di Serge Gainsborough e Homburg il classico dei Procol Harum.
di Alfredo Cristallo