GHIAIA Graziella EP

I Ghiaia sono un gruppo pisano il cui tratto distintivo è innanzitutto la strumentazione: due bassi
(Anna e Rapa), una chitarra (Daniele), una batteria (smrdnl). Le parti vocali sono divise fra i due
bassisti e il chitarrista. Formatisi nel 2021, pervengono al loro primo lavoro, un EP di 4 brani (per
poco più di 13 minuti), completamente autoprodotto, che s’intitola Graziella (la mitica bicicletta) e
viene pubblicato il 3 ottobre 2022. I Ghiaia impersonano la figura del musicista che intende
trascendere gli stereotipi del proprio tempo ed esplorare nuove forme musicali peraltro rimanendo fedeli ad un’etica nichilista e alienata come quella dei gruppi punk e grunge e persino a quella dei gruppi garage rock più sadici. Il manifesto iniziale della loro carriera si svolge all’insegna di una musica armonicamente degradata e nevrotica che mira soprattutto a dipingere a tinte cupe l’alienazione, la claustrofobia e il tedio del paesaggio post-post-industriale, come se un regista dell’horror tentasse di generare suspense non tramite la pura irrazionale dell’ignoto ma tramite quella razionalissima del noto. Rispetto al dark punk, tuttavia i Ghiaia suonano in maniera più scientifica e colta grazie soprattutto all’influenza di Glenn Branca (chitarre metalliche, ripetizioni
minimaliste e feedback eroinomani), al battito spigoloso e martellante della batteria e alla pulsazione viscerale dei due bassi. Il loro thriller rock rappresenta un esempio di rock apocalittico che vive di cantilene negative che instaurano un clima di angoscia ambientando le loro disperate torture esistenziali nel caos sociale contemporaneo tanto frenetico quanto funereo. Al riparo di questo programma (“vasto programma” avrebbe detto ironicamente De Gaulle), il gruppo sceglie di volta in volta uno stile musicale per rappresentare uno spaccato terrificante di spaventose nevrosi urbane: il garage alienato e nevrotico di Bestie, l’hard progressive di Forma Aliena, il
deliquio blues deragliato dalle nevrosi disperate della chitarra e concluso con un esempio di spasmodico spoken word alla Massimo Volume di Respira, l’hardcore classico spaventoso e cingolato di Mezzanotte. I loro sono piccoli e torvi anthem dell’era nucleare che hanno in comune l’atmosfera e trascendono lo stile. In tal modo il loro sound disorganico, sconnesso e desolato assolve al doppio ruolo di rappresentare una psiche deragliata, disfatta dalla solitudine, schiacciata dalla claustrofobia, e al tempo stesso il suo ambiente naturale: una metropoli d’incubo. Menzione speciale per i loro testi, sussurrati, recitati o urlati che elevano di un gradino la loro musica
frenetica ed efferata e funzionano come sedute psicoanalitiche che vanno a sollecitare tutti i possibili drammi interiori e la copertina un mix fra grafica post-contemporanea e psichedelia allucinata.

Alfredo Cristallo

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