THE STEEL BONES First Step

Gli Steel Bones sono una band marchigiana (di Ancona) nata da un’idea di Carlo Lantieri (chitarra,
come gruppo armonica, banjo e mandolino) e Ivan Battistella (voce, chitarra, armonica). Essendo
nati nel 2020, vennero subito bloccati dalle restrizioni conseguenti al Covid e decisero dunque di
scrivere pezzi originali. Dopo un anno avevano già 20 pezzi nella faretra e decisero quindi di
allargare la line-up coinvolgendo il chitarrista Erik Porfiri, il batterista Simone Gagliardi (che aveva
una ventennale esperienza nei gruppi underground della zona) e il bassista Marco Leoni. Appena
ne hanno avuto la possibilità, la band è riuscita a pubblicare il primo singolo autoprodotto Hard
Bones uscito nel luglio 2021 e accompagnata dal primo videoclip del gruppo. Da ottobre 2021 al
marzo 2022, il gruppo ha composto altri sette brani arrivando infine a pubblicare il loro primo
album intitolato First Step che è uscito il 21 Ottobre 2022 per la Red Cat Records. La musica degli
Steel Bones si dipana seguendo il solco del più classico southern rock: quindi una forte
componente di musica tradizionale (generalmente blues e country) che una miccia rock’n’roll fa
esplodere in uno stile denso e selvaggio. Come i gruppi del genere, gli Steel Bones mirano
essenzialmente al sodo badando più che altro alla buona musica e alle buone vibrazioni. La loro
musica è pertanto corale con tutti i membri intenti allo spasimo nel riciclare riff epidermici che
hanno la funzione di intrattenere professionalmente il pubblico.

Anzi i loro brani spesso voltano le spalle al più composito blues rock che viene generalmente nascosta dall’impeto delle chitarre, contaminandolo con scariche di hard rock, ovvero esaltando a dismisura le componenti di grinta,
vitalità e sadismo sonoro. In questo senso sono paradigmatici i loro brani che iniziano con un intro
country per tramutarsi in un hard rock trafitto da chitarre ruggenti (l’iniziale Hard Bones e la finale
Hunter Of Tears) accompagnato dalla voce di Ivan Battistella che ha studiato la lezione di Rod
Stewart, Joe Cocker, Steve Tyler e Mick Jagger senza però assomigliare a nessuno di loro. Il resto
dell’album è una carrellata di hard rock spesso dal sapore epigonico: si va dall’hard rock grintoso di
Empty Heads alla Black Crowes, all’hard-boogie alla Humble Pie di West End Highway (ma con
cambi ritmici degni dei Free), alla progressione epica di Better, fino al più scoperto classicismo
southern di Good To Be Alive (sommerso dai clangori di chitarra) e di Rockcompany. L’unico brano
che si distacca da questo feroce rosario è il country rock rurale e nostalgico di Scars Remain che
inserisce quasi una nota di delicatezza in tanto furore. Primo passo quindi per la band ma
beneaugurante per il seguito.

di Alfredo Cristallo

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